Le imposte e tasse locali (regionali e comunali), pagate dai cittadini/contribuenti lucani, nel 2017, ammontano a 292 milioni 631 mila 899 euro. La media pro-capite riferita ad una famiglia di 4 persone con 2 figli minori con un reddito complessivo di 44mila euro con una casa di proprietà ed un altro immobile (anche solo garage) e reddito ISEE di 17.812 euro, è di 1.365 euro. È quanto emerge da un’analisi del Servizio Politiche Territoriali della UIL sull’andamento delle tasse locali nel 2017.
Sempre in Basilicata IMU/TASI altri immobili è la tassa a maggiore gettito con 108 milioni 727 mila 698 euro, seguita dalla TARI con 80 milioni 292 mila 201 euro e da Addizionale regionale Irpef con 66 milioni 232 mila euro e Addizionale Comunale Irpef con 37 milioni 380 mila euro.
Questa la situazione differenziata nelle due città capoluogo: Potenza gettito medio procapite 1.554 euro (431 Imu/Tasi; 541 addizionale regionale Irpef; 352 euro addizionale comunale Irpef; 248 Tari); Matera gettito medio pro-capite 1.599 (389 Imu/Tasi; 541 addizionale regionale Irpef; 352 euro addizionale comunale Irpef; 317 Tari).
Nel confronto con la media nazionale – riferisce la Uil – nell’ultimo anno la famiglia campione ha pagato 2.066 euro di tasse locali. In particolare, per l’IMU/TASI, per immobili diversi dalla prima casa, l’esborso medio è stato di 814 euro; perle Addizionali Regionali IRPEF mediamente l’esborso è stato di 726 euro; per le Addizionali Comunali IRPEF 224 euro; per la TARI 302 euro. Per l’IRPEF Regionale, in Piemonte, la famiglia campione ha pagato 1.041 euro; in Campania 893 euro; in Molise 878 euro; in Liguria 855 euro; nel Lazio, in Abruzzo, Calabria e Sicilia 761 euro. È Roma la città dovesi paga l’IRPEF comunale più alta con 396 euro, mentre in 51 Città, tra cui Bologna, Ancona, Campobasso, Genova, Napoli, Palermo, Perugia, Reggio Calabria, Torino e Venezia si pagano 352 euro. Per la Tariffa Rifiuti ad Agrigento il costo medio nel 2017 è stato di 474 euro a famiglia; a Pisa 473 euro; a Benevento 470 euro; a Siracusa 466 euro; a Salerno 462 euro.
Negli ultimi due anni la pressione fiscale a livello locale è diminuita grazie all’eliminazione dell’IMU/TASI sulla prima casa, mentre le altre imposte sono rimaste stabili grazie all’auspicato blocco delle aliquote. Bisogna approfittare – commenta la nota della Uil – del blocco degli aumenti delle aliquote per riprendere il cammino interrotto e completare il quadro della finanza locale, nell’ambito più complessivo del riordino fiscale nazionale. In particolare, per le Addizionali Regionali e Comunali IRPEF – sostiene il Segretario Confederale della UIL Guglielmo Loy – è indispensabile rivedere il principio e la base imponibile trasformandole da imposta a sovraimposta, cioè calcolando l’importo per Regioni e Comuni sull’IRPEF dovuta e non sull’intero imponibile fiscale. In questo modo, verrebbe garantito il principio costituzionale della progressività del prelievo e le detrazioni per lo produzione del reddito (NO TAX AREA), che oggi sono garantite a “macchia di leopardo”. Sulla tassazione della casa si pone la questione se e come alleviare il peso per i contribuenti meno abbienti e, conseguentemente, chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità. Prima di parlare di reintroduzione di tasse sulle prime case – conclude la nota della Uil – sarebbe opportuno partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non significa maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobile. Ovviamente sempre accompagnando questo processo con una lotta “senza se e senza ma” all’evasione fiscale, anche con l’intensificazione degli sforzi da parte di Regioni e Comuni.