Cronache

Potenza, per una truffa di 313mila euro 3 persone arrestate e 6 indagate

Per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio e autoriciclaggio e proventi illeciti, che ammontano a circa 313mila euro, conseguiti dall’associazione criminale tra gli anni 2016 e 2017, in Basilicata, nella mattinata di oggi, giovedì 14 giugno, tre persone sono finite in manette e altre 6 risultano essere indagate.

Domenico Rossiello, nato a Potenza il 5 maggio 1968, è stato condotto in carcere, mentre Orazio Colangelo, nato a Potenza l’11 giugno 1961, e Donato Potenza, nato in Svizzera il 7 marzo 1974, ma residente a Ripacandida, in provincia di Potenza, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Ad eseguire i fermi, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo lucano, i militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Potenza, guidati dal Col. Gianluca Dinoi.

Le indagini, condotte nell’ambito di diversi procedimenti penali, hanno avuto ad oggetto collaudate condotte criminali da parte degli indagati a danno di giovanissimi alla ricerca di lavoro.

L’origine dei fatti risale ad una denuncia di “Banca Prossima Spa“, istituto di credito dove lavorava l’indagato Potenza, poi licenziato, a cui era stata contestata di appartenenza la concessione di affidamenti, su conti correnti intestati a persone, molto spesso associazioni, senza l’effettuazione di alcuna istruttoria e con accertate irregolarità.

Gli approfondimenti di indagine hanno, poi, consentito di appurare che alcuni giovani in cerca di prima occupazione erano stati individuati e contattati dal Colangelo, presidente del Comitato di quartiere di Parco Tre Fontane, dove, successivamente, gli stessi venivano convinti a recarsi all’interno degli uffici della banca, alla presenza del Colangelo e del Rossiello, che si qualificava un operatore del terzo settore, venendo indotti a firmare contratti di apertura di conto corrente e di affidamento, intestati a fantomatiche associazioni di cui erano stati nominati presidenti.

Venivano creati, così, conti correnti bancari intestati ad associazione no-profit, su cui, grazie al Potenza, si attivavano linee di fido per 30mila euro ciascuno, conti che successivamente venivano “svuotati” dal Rossiello attraverso ricariche di carte di pagamento, bonifici o prelievi bancomat a discapito dei giovani.

Inoltre, con analoghe condotte fraudolenti gli indagati facevano sottoscrivere, a due dei truffati, alcuni contratti di finanziamento per l’acquisto di altrettante autovetture, di cui le vittime non avevano mai avuto disponibilità.

Il Rossiello e il Colangelo, inoltre, provvedevano a disperdere le tracce della provenienza delittuosa dell’illecito profitto, facendone transitare momentaneamente una parte su conti correnti e su carte Postepay di conoscenti, integrando il delitto di autoriciclaggio, come informa in una nota stampa inviata in redazione a firma del Procuratore Capo della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio.

Rocco Becce robexdj@gmail.com

Articoli correlati