Società e Cultura

Libera Basilicata sotto (auto)esame

L'appello di Don Marcello Cozzi: “profetizzate sulle ossa inaridite”

In seguito all’invito della Segreteria regionale di “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, l’omonima associazione si è riunita sabato 30 giugno a Potenza, presso la Sede Cestrim, per un’assemblea programmatica aperta ad associati e simpatizzanti di tutta la Basilicata.

Cardine principale dell’incontro è stato il dibattito sulle sfide e le difficoltà che Libera deve affrontare nel territorio lucano, oltre alla riflessione sull’imprescindibile necessità di “continuare ad essere sentinelle del malaffare ed esempi di scelte coraggiose che contrastano i sistemi criminali”.

La riunione si è aperta con una relazione introduttiva di Don Marcello Cozzi, coordinatore dell’incontro, il quale ha rievocato le battaglie di Libera Basilicata e riflettuto sul destino di quest’ultima, per poi dare inizio a un libero confronto tra i presenti sulle medesime tematiche.

Don Marcello ha innanzitutto ricordato le costanti iniziative compiute per far luce sul giallo di Elisa Claps, le lotte contro gli abusi di potere, le verità celate e tutte le forme latenti di mafia che si infiltrano nel nostro sistema politico e giudiziario. Successivamente, mostrando un profondo senso autocritico, si è soffermato soprattutto sui mancati raggiungimenti di alcuni obiettivi dell’Associazione, riportando alla memoria alcuni processi giudiziari calati nell’alone del mistero e del silenzio, le attuali difficoltà nel commemorare Ottavia De Luise a Montemurro, e la mancata informazione e divulgazione della vasta rete di narcotraffico in Basilicata, tanto grande da aver coinvolto cinque operazioni antidroga negli ultimi anni.

Ciò che preoccupa maggiormente Don Marcello è il deprezzamento della memoria, di cui predica il recupero e la rivalutazione. “Profetizzate sulle ossa inaridite”– dice rivolgendosi a Libera e a tutti i presenti, esortandoli, così come aveva fatto Dio col profeta Ezechiele, a trasformare quelle ossa inaridite in un futuro migliore, a partire dalla consapevolezza di un presente insufficiente rispetto alle esigenze di umanità, giustizia e legalità.

L’occasione è stata propizia per ascoltare le testimonianze, molteplici e varie, dei presenti, che hanno restituito il “vissuto” di alcuni presìdi lucani. Le opinioni emerse sono state diverse e, in generale, senza entrare nel merito dei singoli interventi, i presenti hanno riconosciuto che Libera si trovi a dover fronteggiare grandi e complesse sfide, davanti alle quali fiducia ed entusiasmo talvolta vacillano.

Libera, si è osservato, è una “voce di dentro”, una pulsione interiore che non può essere respinta, un modus vivendi che non si deve tradire, un modo di essere che non si può simulare. Eppure sembra che  questa voce abbia smesso di riecheggiare, che l’identità dell’antimafia si stia dissolvendo, che la memoria abbia smesso di raccontarsi e che l’essenza stessa di Libera sia stata scardinata.

Non mancano, d’altra parte, messaggi densi di speranza, soprattutto da parte dei giovani che hanno accolto con passione e tenacia la battaglia di Libera, immaginandola come un vero e proprio stendardo. I giovani chiedono a gran voce che rassegnazione, delusione e sfiducia siano messe al bando, innalzando il credo della giustizia, la lotta sociale e quella egualitaria.

La battaglia di Libera non termina qui e probabilmente non finirà mai, è una lotta complessa alle ingiustizie, alle prevaricazioni; è uno scontro, non una guerra, perché la guerra contro l’illegalità la si combatte tutti i giorni, scegliendo l’onestà piuttosto che il malaffare, il clientelismo e il familismo. Libera, dal canto suo, si propone di impegnarsi maggiormente, di ascoltare più profondamente le voci del territorio, di impegnarsi nelle scuole con l’educazione alla legalità  e di combattere con ardore ogni giorno le sue battaglie. Perché non vincere non può significare abbandonare il fronte, perché spesso anche quelle che consideriamo sconfitte possono trasformarsi nel germe della legalità.

A conclusione dell’incontro, Don Marcello ha proposto un nuovo raduno, che si terrà mercoledì 11 luglio, sempre presso la Sede Cestim, a Potenza, aperto a chiunque voglia candidarsi per entrare a far parte del Coordinamento regionale, concorrendo attivamente al rilancio di Libera in Basilicata.

Articoli correlati