Dopo anni di sospensione, la Commissione Valutazione d’impatto ambientale (Via) del ministero dell’Ambiente riattiva la procedura. “Pergola 1” è un pozzo contestato a causa di rischi idrogeologici e sismici. Il sopralluogo dei tecnici Eni e della Soprintendenza per i Beni Ambientali della Basilicata.
Pergola. È questo il nome della piccola frazione del Comune di Marsico Nuovo situata sull’antico itinerario della Via Herculia romana. Ma è anche il nome di un pozzo petrolifero dell’Eni contestato dai cittadini e dalle istituzioni, soprattutto quelle del Vallo di Diano, in Campania.
Il pozzo, infatti, è stato perforato sullo spartiacque dei bacini fluviali dell’Agri e del Sele, in aree sismiche caratterizzate da emergenze geologiche carsiche, con un sistema di doline e grotte naturali. Tra queste, la grotta Castel di Lepre, la più lunga e importante della Basilicata e del Sud Italia.
Per il pozzo esplorativo “Pergola 1”, la Regione Basilicata nel 2012 aveva rilasciato – con delibera di giunta regionale n.554 dell’8 maggio 2012 – giudizio favorevole di compatibilità ambientale nell’ambito della Via (legge regionale n.47/1998), unitamente all’autorizzazione paesaggistica (decreto legislativo n.42/2004) e al parere di cui il decreto legislativo n.152/2006, autorizzando successivamente anche l’Intesa istituzionale Stato-Regione (delibera di giunta regionale n.1371 del 16 ottobre 2012).
Dal canto suo Eni, senza aver prima perforato il pozzo esplorativo, aveva già chiesto alla Regione il giudizio di compatibilità ambientale per la messa in produzione, con avviso pubblicato datato 12 dicembre 2013. Ma nella stessa deliberazione regionale n.554/2012 la Regione Basilicata si era “lavata le mani”, prescrivendo che per la messa in produzione del pozzo “Pergola 1” dovesse occuparsene il ministero dell’Ambiente e non l’ente regionale. La legge Sblocca Italia voluta dall’ex governo Renzi ha fatto in modo che del nuovo procedimento Via se ne facesse carico nel mese di aprile 2015 il ministero dell’Ambiente, insieme alla posa in opera delle condutture per la realizzazione dell’oleodotto di collegamento con il Centro olio di Viggiano.
L’iter per la Via ministeriale, dopo una lunga sospensione, subisce dunque una brusca accelerata. Spetta ora al ministro Costa dire l’ultima parola. Una decisione difficile e politicamente delicata. Non solo perché è alla vigilia delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Basilicata, che si terrà a maggio prossimo, con le forze politiche schierate ad evitare sul territorio lucano nuove perforazioni. La decisione del ministro potrebbe essere propedeutica anche ad altre procedure Via ministeriali in corso e che riguardano nuovi pozzi idrocarburi, quale la postazione per il nuovo pozzo “Alli 5”, con i pozzi “Cerro Falcone 7” e “S.Elia 1” situati nel vicino comune di Marsicovetere, in località Civita. Nuove estrazioni petrolifere, sulle quali il Movimento 5 Stelle si è dichiarato contrario. Pozzi petroliferi, questi, che invece per le compagnie petrolifere rappresentano obiettivi irrinunciabili, per garantire nuove estrazioni e nuovi profitti nell’area della concessione idrocarburi Val d’Agri.
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Giuseppe Di Giuseppe, attivista del Meetup Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina, ha scritto al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in merito alla messa in produzione del pozzo Pergola 1 e alla realizzazione delle condotte di collegamento all’Area Innesto 3 nell’ambito della concessione di coltivazione idrocarburi Val D’Agri, chiedendo che la Commissione tecnica di verifica esprima parere negativo di compatibilità ambientale tenendo conto della volontà dei cittadini del Vallo di Diano e del Tanagro che già hanno espresso il loro dissenso attraverso una petizione popolare del 2014, firmata dall’attuale Sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi, dal Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo e dal senatore Franco Ortolani, e trasmessa in Regione Campania all’allora governatore Stefano Caldoro.
Meetup Amici di Beppe Grillo Attivisti Sala Consilina esprime ancora una volta la sua contrarietà alla messa in produzione del pozzo “Pergola 1” e alla realizzazione dell’associato oleodotto di collegamento come avanzato da Eni, in quanto “autorizzarne la messa in produzione – spiega Di Giuseppe al ministro Costa – significherebbe rinnegare quanto sino ad oggi è stato fatto a sostegno dello sviluppo eco-compatibile, compromettendo la bellezza e la serenità dei luoghi, con ripercussioni fortemente negative in termini di attrattività turistica dell’intero territorio e accentuando, al contempo, le preoccupazioni per le diverse forme di inquinamento e di alterazione ambientale legate alle attività di estrazione e trasporto del petrolio“.
“Esiste un interesse pubblico, attuale e concreto, alla tutela del territorio, – scrive Di Giuseppe a Costa – perché esposto al rischio di un pregiudizio alla salute ed all’ambiente permanente ed irreversibile, per effetto di atti autorizzativi non conformi alla generale programmazione territoriale e nel merito della questione petrolifera il territorio del Vallo di Diano, già da oltre 15 anni, si è espresso negativamente. Il territorio e le amministrazioni valdianesi da diversi anni stanno investendo risorse ingenti per sostenere uno sviluppo che va in crescita armonica non solo con l’agricoltura ma anche di altri settori più direttamente connessi con il turismo sostenibile e con la fruizione dei beni culturali ed ambientali di cui il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è ricco“.
FONTE ONDANEWS.IT