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Nuove trivellazioni, il Ministro Costa dice NO ma è caos sul decreto

Dura presa di posizione del ministro dell’Ambiente Costa: “La mia è una valutazione politica, sono pronto a tornare a fare il generale dei Carabinieri“. Ma è scontro con la Lega. Nessun accordo, salta riunione della commissione. Irritazione della presidente Casellati.

Il post su Facebook del Ministro Costa:

 

Un nuovo scontro interno al governo per le autorizzazioni a trivellare nel mar Ionio. Se il Ministro Costa ha già fatto sapere annunciando il no politico a nuove trivelle. Dall’altro lato il Sottosegretario all’economia Massimo Garavaglia di sponda leghista replica: “L’iter è in corso, Costa non può fare quello che vuole“.

Sergio Costa, intervenendo a un evento a Pescara con il candidato alla presidenza della Regione Abruzzo per il M5s: “Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza” ha detto il ministro dell’Ambiente.

La maggioranza non trova l’accordo sull’emendamento al decreto Semplificazione che dovrebbe fermare 36 autorizzazioni: è slittato l’approdo in Aula del testo e addirittura il M5s minaccia di far saltare il dl se non si dovesse trovare una mediazione soddisfacente. Una decisione che ha provocato l’intervento della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Il richiamo a una maggiore regolarità dei lavori espresso oggi con forza”, ha dichiarato, “è anche il mio richiamo per il rispetto che si deve all’istituzione del Senato e ai senatori tutti. Convoco perciò la capigruppo a cui chiedo che partecipino anche i presidenti della prima e ottava commissione”.

La Lega, secondo indiscrezioni, sarebbe anche favorevole a una sospensione di 18 mesi – come prevede l’ultima versione dell’emendamento sulle trivelle al decreto semplificazioni – ma pretende che l’aumento dei canoni sia compatibile con la tenuta della aziende coinvolte. Mentre Sergio Costa è stato netto nel ribadire la sua contrarietà alle autorizzazioni.

“Lo stallo” in commissione Affari costituzionali e Lavori pubblici al Senato, ha detto Garavaglia, “va risolto politicamente: deciderà il Parlamento. Noi l’attenzione che poniamo è a trovare una posizione equilibrata che eviti la chiusura di siti produttivi e quindi conseguentemente la perdita di posti di lavoro. L’importante è non fare danni“.

 I capigruppo di M5s e Lega hanno garantito l’impegno a terminare i lavori in commissione in serata o al massimo nella notte. Ma al momento le trattative sono molto difficoltose.

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