Purtroppo la nuova fiammata al Centro Olio Eni di Viggiano non entra in questa campagna elettorale sinora di pochi contenuti e di ancor meno idee programmatiche per la Val d’Agri se non attraverso spot elettorali del tipo “royalties ridicole”. A sostenerlo è l’Associazione Bene Comune Viggiano presieduta dal prof. Vittorio Prinzi auspicando che in queste settimane che precedono il voto coalizioni, partiti e candidati spieghino il proprio punto di vista in materia di petrolio senza nascondersi dietro il “si”, “no”, “ni” che non aiuta l’elettorato della valle a farsi un’opinione per decidere chi votare. Noi abbiamo sempre pensato che il petrolio non fosse “innocente”.
Oggi si comincia a saperne di più ma non è mai abbastanza soprattutto dopo lo sversamento di greggio e le continue fiammate al Centro Olio che l’Eni puntualmente tenta di sdrammatizzare per ridurle a “fenomeni ordinari”. Tutto questo fa emergere uno scenario del tutto nuovo nelle relazioni tra i vari soggetti interessati, nelle quali entrano di diritto le popolazioni della Val d’Agri, che hanno dimostrato come solo la loro determinazione e l’iniziativa dei Comuni di Viggiano e Grumento hanno portato alla rimozione di quel “velo” che impediva di vedere oltre i fumi, le fiammate, gli inquinanti da tempo oggetto di studi e analisi senza risultati e che una volta oggetto di una specifica indagine circa l’impatto sulla salute hanno offerto dati allo stato inoppugnabili e tangibili, purtroppo a danno dei cittadini residenti nel territorio dei Comuni più vicini al COVA. In tal modo si è ulteriormente incrinato il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni e si è del tutto rotto il rapporto tra cittadini e la Società petrolifera, anche a seguito di altri gravi incidenti che hanno imposto la chiusura del Centro Olio.
Pensiamo perciò – sostiene l’Associazione di Viggiano – senza allarmismi, sia necessario riflettere seriamente nell’immediato su alcuni punti: se l’ENI vuole continuare la sua attività estrattiva deve stare alle regole, rispettare le norme e adeguare gli impianti impiegando le tecnologie più avanzate possibili e senza farsi venire nemmeno lo sghiribizzo di pensare all’aumento dell’attuale produzione; la regione e tutti gli enti preposti devono esercitare il massimo di vigilanza ambientale e sanitaria, sulla base di quanto si evince dalla VIS, e promuovere tutte le iniziative idonee ad approfondire e ad estendere sull’intero territorio della Val d’Agri l’indagine sull’associazione di rischio ambiente/salute, avviando finalmente apposito Ente di ricerca epidemiologica (Osservatorio, Fondazione), presso l’Ospedale di Villa d’Agri, che avrebbe una ragione in più non per sopravvivere ma per potenziarsi a servizio delle popolazioni valligiane; la Regione, inoltre, porti a compimento l’iter per l’approvazione di una legge che imponga un abbattimento delle emissioni in atmosfera degli inquinanti e in particolare degli idrocarburi.
Le popolazioni hanno la consapevolezza che la partita con l’ENI, già difficile, si fa ancora più dura e non intendono farsi trascinare sul piano di una discussione infinita sulla scelta tra salute e lavoro, che porterebbe a divisioni e contrasti nella comunità valligiana e non solo. Perciò è necessario anche l’intervento del Governo nazionale a fare presto perché si rimuovano tutti i dubbi sul “malessere” della Val d’Agri e si intervenga responsabilmente a rimuoverne le cause. Nell’impossibilità di garantire la salute, vada a farsi benedire il petrolio, poiché è preferibile vivere in miseria o emigrare sani piuttosto che vivere qui in un effimero benessere e contrarre malattie con chissà quali conseguenze. La prossima legislatura regionale – sostiene l’Associazione – non sarà una scelta neutrale per il destino della valle e delle sue comunità.
Intanto nelle prossime ore si attendono i dati delle emissioni di gas da parti di ARPAB e ENI fuoriuscite sabato mattina.