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Carlo Ancelotti: un uomo in missione

Correva l’anno 2005 ed il Napoli, costretto a dichiarare fallimento a causa dell’eccessiva esposizione debitoria, iniziava il suo nuovo percorso dalla Serie C sotto la guida del presidente Aurelio De Laurentiis. Se in quei giorni qualcuno avesse detto ai tifosi del Napoli che nel giro di 10 anni la squadra partenopea si sarebbe trovata in pianta stabile nelle prime posizioni della classifica di Serie A e che avrebbe regolarmente partecipato alla Champions League da protagonista, probabilmente sarebbe stato preso per pazzo. Ciò, invece, per merito della oculata e sapiente gestione del presidente Aurelio De Laurentiis, criticato aspramente da una parte della tifoseria per alcune esternazioni sopra le righe, è accaduto ed il Napoli, oggi, dati alla mano, è la seconda miglior squadra d’Italia, dietro la Juventus, ed una delle più forti d’Europa. Ciononostante la piazza partenopea sente l’esigenza di tornare al successo, memore degli anni d’oro in cui Maradona portava la città campana a vincere il campionato e la Coppa UEFA.

Vincere insegna a vincere: l’obiettivo Europa League

Nonostante quei tempi siano molto lontani, la sensazione è che il Napoli abbia realmente a disposizione i mezzi per tornare a vincere un trofeo importante. Se in campionato la Juventus si è dimostrata ancora una volta troppo forte ed è praticamente certa della conquista del suo ottavo scudetto consecutivo, dopo la rocambolesca eliminazione dalla Champions League subita per mano del Liverpool, la tifoseria sogna il successo in Europa League. L’uomo chiamato a riportare un titolo nella città di Partenope è Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più vincenti in circolazione che è stato scelto dal presidente De Laurentiis per fare la differenza. Il compito del tecnico emiliano è quello di dare una dimensione europea ad una squadra che negli anni passati ha dimostrato di essere ancora acerba per il calcio internazionale e che troppo spesso ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Anche in questa stagione, nonostante i miglioramenti siano stati evidenti ed il Napoli se la sia giocata praticamente alla pari con Liverpool e PSG, alla fine, complice un pizzico di sfortuna, è stato costretta a dire addio alla Champions League. L’obiettivo stagionale, quindi, dato per acquisito il secondo posto in campionato, è diventata la conquista dell’Europa League: dopo essersi sbarazzato senza troppe difficoltà di Zurigo e Salisburgo, ai quarti di finale della competizione il Napoli dovrà vedersela con gli inglesi dell’Arsenal. I Gunners, allenati dal tecnico spagnolo Unai Emery, sono uno degli avversari peggiori che i partenopei potessero incontrare e, al 25 di marzo, dando un’occhiata alle quote scommesse sul calcio, a quota 6 sono tra i favoriti assoluti per la vittoria della Coppa, subito dietro il Napoli a quota 4,50. Per i partenopei, in ogni caso, l’impegno contro l’Arsenal rappresenterà un importante banco di prova per testare il livello di maturità e di consapevolezza raggiunto. La squadra azzurra ha a propria disposizione tutti i mezzi per passare il turno e per avere la meglio degli inglesi, ma dovrà affrontare la doppia sfida con la massima attenzione al fine di limitare al minimo gli errori e le disattenzioni che, solo pochi mesi fa, hanno compromesso il suo cammino in Champions League.

 

Il successo del Napoli parte dalle intuizioni di mercato

Uno dei fattori fondamentali che ha determinato la crescita esponenziale del livello della rosa azzurra è stata la capacità della società di scovare talenti e di valorizzarli. Alla dirigenza ed alla presidenza va riconosciuto il merito di saper fare mercato, comprando a “prezzi irrisori” calciatori che nel giro di pochi mesi dimostrano di valere molto di più. Koulibaly, Allan, Milik e da ultimo Ruiz sono solo alcuni degli esempi di calciatori che, giunti a Napoli tra lo scetticismo generale, nel giro di pochissimo tempo sono riusciti ad entrare nei meccanismi della squadra ed a recitare il ruolo di assoluti fuoriclasse. Ad oggi, infatti, il Napoli può vantare una delle squadre più competitive del calcio europeo senza che da parte del presidente siano state fatte delle spese folli. Il primo obiettivo di De Laurentiis, per questo spesso criticato dalla tifoseria che vorrebbe l’acquisto di nomi altisonanti, è di chiudere il bilancio in attivo o, quantomeno, in pari. In un calcio caratterizzato sempre di più da spese faraoniche, con cartellini di giocatori che si aggirano intorno ai 200 milioni di euro e con calciatori che vantano stipendi superiori ai 10 milioni annui, il Napoli, come si legge anche su La Repubblica, si pone come esempio virtuoso e indica la strada da seguire anche alle altre società italiane. I successi della squadra partenopea dimostrano che è possibile fare un calcio di buon livello senza chiudere i bilanci in rosso, senza coprirsi di debiti e senza cercare di aggirare i vincoli imposti dal fair play finanziario. Ora, però, i tifosi del Napoli sperano che nell’immediato futuro possano giungere anche i trofei e, come detto, l’uomo chiamato a questa impresa è Carlo Ancelotti. De Laurentiis ha più volte dichiarato che il tecnico emiliano è il vero top player del Napoli: solo il futuro, tuttavia, sarà in grado di dirci se effettivamente le cose stanno così. La sensazione, ad oggi, è che ad Ancelotti debba essere riconosciuto l’indiscusso merito di aver saputo raccogliere la difficile eredità di Sarri e di aver dato ai propri giocatori quella consapevolezza e quella fiducia in campo europeo che negli anni passati erano apparse come il vero punto di debolezza dei partenopei.

La stagione volge al termine e se in campionato il Napoli pare essere ormai sicuro del secondo posto che garantirebbe l’accesso alla prossima edizione della Champions League, l’avventura in Europa League è appena entrata nel vivo. La doppia sfida contro l’Arsenal promette spettacolo e assume inevitabilmente un’importanza fondamentale nel progetto del nuovo Napoli.

 

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