Si è svolta al il Liceo Scientifico “Pier Paolo Pasolini” di Potenza la presentazione del Report sul Bullismo e cyber-bullismo nella scuola lucana. Presenti all’iniziativa: Giovanni Latrofa – dirigente scolastico del Liceo Scientifico “Pasolini”; Angela Granata – presidente dell’Unicef di Basilicata; Barbara Coviello – referente MIUR Basilicata; Achille Spada – primo firmatario della Legge regionale “Disciplina degli interventi regionali in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo e cyber bullismo”; Giulio Pica – sociologo presso il Servizio Dipendenze (Ser.D.) Asp Potenza ed autore della ricerca; Edoardo Bellarosa – sociologo, presidente Aisp e coordinatore del tavolo tecnico sul bullismo presso l’ufficio del Garante; Teresa Fiordelisi – presidente della BCC Basilicata; Marianna Losasso – sociologa e Silvia Dolce – psicologa. A riferirlo è il Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza di Basilicata, Vincenzo Giuliano.
“L’indagine è stata svolta – comunica il Garante – con il coinvolgimento degli studenti delle scuole elementari, medie inferiori e superiori della Regione, nonché insegnanti e genitori, per ottenere una ricognizione del fenomeno e del suo radicamento nel contesto locale. Mi sono avvalso – prosegue – della preziosa collaborazione del dottor Giulio Pica, dirigente sociologo presso il Servizio Dipendenze dell’ASP di Potenza, e della proficua collaborazione della dottoressa Arianna Alagia, sociologa tirocinante presso il Ser.D. di Potenza, della dottoressa Marianna Losasso, sociologa e counselor bio-sistemico, della dottoressa Silvia Dolce, psicologa-psicoterapeuta ad indirizzo dinamico. Un doveroso ringraziamento altresì, va alla BCC Basilicata che ci ha permesso di pubblicare questo lavoro di ricerca a dimostrazione dell’alta sensibilità che riserva nei riguardi dei minori lucani e delle loro famiglie”.
“Dalla lettura dei risultati – sottolinea Giuliano – emerge che il fenomeno del bullismo nella nostra Regione è molto più contenuto che a livello nazionale, poiché in Basilicata il 74,3% degli studenti del campione, compresi nella fascia d’età 11 – 17 anni, afferma di non esserne mai stato vittima a fronte del 47,3% a livello nazionale (dati Istat 2017). Il cyber-bullismo risulta essere un fenomeno meno diffuso del bullismo, sia a livello nazionale che regionale, anche se in Basilicata gli studenti del campione che affermano di esserne stati vittime, compresi nella fascia d’età 9 – 17 anni, sono il 10% rispetto al 6% del dato nazionale (dati MIUR 2017). Il suddetto fenomeno è legato al possesso ed all’utilizzo di strumenti elettronici, soprattutto lo smartphone; infatti nel nostro campione regionale, secondo i genitori intervistati, soltanto il 5,79% degli alunni delle scuole elementari non lo possiede”.
Un altro dato che emerge dalla ricerca è che nelle scuole elementari di Potenza, tra coloro che dicono di essere stati vittima di bullismo, il 23% delle femmine non ne parla con nessuno ed il 20% dei maschi con nessuno.
Alle medie inferiori, il 10% delle femmine ed il 21% dei maschi non ne parla con nessuno.
Nelle seconde classi superiori, il 32% delle femmine ed il 25% dei maschi non ne parla con nessuno.
Nelle quinte superiori, il 36% delle femmine ed il 41% dei maschi non ne parla con nessuno.
Alle elementari ed alle superiori si notano le percentuali più alte di chi non ne parla con nessuno.
Alle scuole elementari di Matera la percentuale di chi non ne parla con nessuno è dell’11% tra le femmine e dell’8% tra i maschi.
Alle scuole medie di Matera è molto elevata la percentuale di femmine che non ne parla con nessuno (35%),mentre tra i maschi è solo del 10%.
Nelle seconde classi superiori la percentuale delle femmine che non ne parla con nessuno è sempre del 35% e quella dei maschi del 33%.
Nelle quinte superiori la percentuale delle donne che non ne parla raggiunge il 50%, mentre tra gli uomini si attesta al 26%.
“Nella nostra Regione – conclude il Garante – si va affermando una tipologia familiare strutturata intorno a ruoli confusi e non ben definiti che non consentono di tracciare una netta linea di demarcazione tra infanzia ed età adulta. La figura genitoriale, in particolare quella paterna, – prosegue – sembra aver perso quella funzione di trasmissione delle regole e di modello da rappresentare, che costituiva un valido punto di riferimento fino a qualche decennio fa. Questa configurazione familiare si inserisce in un processo più ampio di modernizzazione che ha comportato l’indebolimento delle agenzie di socializzazione primaria e un’eclissi dei modelli di identificazione tradizionali. Il mio auspicio è che questo lavoro di ricerca possa costituire un primo passo verso una maggiore conoscenza del fenomeno per assicurare ai nostri ragazzi una crescita serena e felice. Un minore felice sarà un adulto libero ed equilibrato, in grado di far fronte alle difficolta della vita”.