La “ collaborazione e condivisione di un percorso con le scelte da operare “ con le amministrazioni locali sulle rinnovo della concessione val agri, di tutti gli altri permessi di ricerca petrolifera, sulla gestone dei reflui petroliferi e sule emissioni non deve riguardare solo ed esclusivamente i sindaci della val d’agri ma tutte le comunità e i sindaci lucani, pugliesi, calabresi e anche campani che utilizzano le acque lucane, che sono interessate dal fiume Agri, dagli oleodotti e impianti petroliferi. Non aver reso partecipi a suo tempo le comunità limitrofe collegati dagli ecosistemi e dagli impianti alla scelta di trivellare la Val d’Agri è stato un grosso errore.
Erano a nostro giudizio le condizioni ambientali ,sociali e politiche basilari per un’attenta valutazione del rischio ambientale e dell’impatto economico sui territori . Non farlo in questa fase con tutti gli attori interessati sarebbe come perseverare nello stesso errore. In Attesa che regione e governo coinvolgano sulla questione le comunità cosi come prevede la convenzione di Arhus invitiamo le amministrazioni comunali e delle tre regioni interessate che utilizzano le acque lucane e sono interessate agli impianti petroliferi a formulare le proprie osservazioni sul rinnovo della concessione val d’agri al ministero dello sviluppo economico gestito dal penta stellato Di Maio cui spetta l’ultima parola, insieme al ministro Costa sulle questioni ambientali. Aver puntato sulle royalites per lo sviluppo di una regione e di una valle si è rivelato una pessima scelta, contrariamente a quanto avvenuto in altre parti della Basilicata dove lo sviluppo economico autopropulsivo del territorio ha creato ricchezza e sviluppo.
NO SCORIE TRISAIA
MEDITERRANEO NO TRIV