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“Leggere è resistere”: riscoprire la lettura nella “Notte Bianca del Libro Potenza Festival”

Per un lettore è sempre difficile ridurre l’oggetto del proprio culto, il libro, a semplice prodotto industriale dotato di un determinato valore economico. Eppure il mondo editoriale, al pari di quello siderurgico, meccanico o petrolifero, appare al centro di una serie di valutazioni finanziarie e di statistiche di mercato.
Nonostante l’industria editoriale sia tutt’altra cosa rispetto al proprio prodotto, il libro, tuttavia può comunque rivelarsi utile valutare la lettura da un punto di vista economico al fine di comprendere le tendenze e le propensioni di un popolo, nonché la sua affezione al patrimonio culturale e alla storia (la letteratura non è che storia romanzata, in qualche maniera).

Se si prende in esame la popolazione italiana, secondo l’ISTAT coloro che hanno letto almeno un libro nel 2018 sono 29,8 milioni su un totale di 60,59 milioni di abitanti. Inoltre, su 29,8 milioni di lettori italiani, solo 5 milioni leggono più di un libro al mese.
Se poi si restringe il campo d’interesse alla Basilicata, la situazione si fa sempre più allarmante, poiché nel 2014 poco meno del 27% della popolazione dichiara di aver letto almeno un libro; la Lucania si classifica dunque terzultima prima della Puglia (con il 26,8%) e della Sicilia (26,2%).
L’Italia, e in particolare il Mezzogiorno, occupa gli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la lettura: soltanto Cipro, Romania, Grecia e Portogallo attestano posizioni più basse. La Svezia, invece, è lo Stato europeo con più lettori, il 90% della popolazione ha letto almeno un libro nell’ultimo anno. In Danimarca la percentuale è l’82%, nel Regno Unito è l’80%, in Germania il 79% e nei Paesi Bassi l’86%.

La situazione or ora descritta non dovrebbe meravigliarci più di tanto. Difatti la lettura, in Italia, emerge quale moto spontaneo e volontario, incentivato quasi unicamente dal contesto familiare. Le iniziative ministeriali, scolastiche e istituzionali che tendono a promuovere la lettura sono ben poche. È dunque ovvio che in contesti familiari poveri sia economicamente che culturalmente, la lettura venga quasi rigettata, considerata quale astrazione lontana dalle necessità pragmatiche e immediate del singolo.
L’iniziativa del cosiddetto “bonus cultura”, ad esempio, destinato ai neomaggiorenni, può essere un ottimo stimolo alla promozione della lettura, poiché fornisce un portafogli di €500 spendibile in cd, dvd, musei, cinema e soprattutto libri; tuttavia, il budget messo a disposizione dal MIUR può rivelarsi superfluo alla valorizzazione della cultura, se non si mettono prima in atto una serie di azioni volte alla sensibilizzazione dei più giovani alla lettura, all’arte e alla cultura.

In un quadro così fuligginoso, appare radioso e controcorrente l’evento promosso a Potenza dal nome “Notte Bianca del Libro Festival”, giunto quest’anno alla sua quinta edizione. L’iniziativa, tenutasi dal 29 luglio all’1 agosto, si snoda in una moltitudine di incontri d’autore, di concerti live, di discussioni di argomento storico, filosofico, sociale. Organizzato dalla locale associazione culturale “Letti di Sera”, nella persona del fondatore Paolo Albano, e sostenuto dall’Amministrazione regionale e comunale, il Dipartimento Attività Produttive – Centro Storico – Cultura del Comune di Potenza, le associazioni cooperanti, i volontari, gode finanche della preziosa collaborazione offerta dagli esercenti e titolari dei locali e delle librerie del centro storico della città (la gelateria “Caruso”, ad esempio, ha sostituito i tradizionali nomi dei gusti del gelato con quelli degli autori presenti al Festival).
Inoltre, il Festival si è fatto occasione per celebrare Potenza quale “Capitale europea della cultura per un giorno”, fondamentale è stata quindi la collaborazione ravvicinata tra il Comune di Potenza e la Fondazione Matera Basilicata 2019.

Diversi i motti del Festival che si sono fatti forza motrice della narrazione, tra i quali “raccontare è resistere”, due verbi dal forte carattere identitario che connotano imprescindibilmente la quinta edizione della Notte Bianca del Libro Potenza Festival, alludendo alla forza del racconto quale energia sovversiva, resistiva e resistente.
In una Regione ritenuta, secondo l’immaginario collettivo, strettamente radicata nelle proprie tradizioni popolari, iniziative come questa possono scardinare quel pregiudizio (e in parte il dato di fatto) di una regione disattenta e disinteressata alla cultura.

Vastissimo il calendario degli appuntamenti, svoltosi nell’intero centro storico del capoluogo lucano, da Porta Salza al Ponte Romano. Numerosi i protagonisti del Festival: Piero Lacorazza, autore de “Il miglior attacco è la difesa”, Celeste Alberti con la Slam Poetry, l’antropologo Enzo V. Alliegro, autore di “Terraferma. Un’Altra Basilicata tra stereotipi, identità e [sotto]sviluppo”, il giornalista Oreste Lo Pomo, che ha raccontato Vito Riviello e le sue poesie, Daniela Ippolito accompagnata dal suono dell’arpa, la storica Elena Vigilante, Biagio Russo, autore di “Leonardo Sinisgalli e i bambini incisori” e molti altri ancora.

Chiaramente, fini e intenzioni della manifestazione appaiono più che lodevoli e stupisce finanche la corposa partecipazione all’evento in una Regione che, come già affermato, legge ben poco. Nella speranza che il Festival abbia donato una luce nuova e brillante al libro, tale da incentivare i presenti alla lettura e tale da trasformare i lettori in autentici paladini di un mondo che rischia di sgretolarsi e scomparire.
Saper leggere, nel senso più vero e profondo del termine, è un dono di inestimabile valore, lo dico da Lettrice. Non è mai tardi per cominciare, mai tardi per scoprire se stessi nelle parole di altri.
Calvino potrebbe aggiungere:

“Leggere vuol dire spogliarsi d’ogni intenzione e d’ogni partito preso, per essere pronto a cogliere una voce che si fa sentire quando meno ci s’aspetta, una voce che viene non si sa da dove, da qualche parte al di là del libro, al di là dell’autore, al di là delle convenzioni della scrittura: dal non detto, da quello che il mondo non ha ancora detto di sé e non ha ancora le parole per dire”
(Se una notte d’inverno un viaggiatore, Italo Calvino)

Aurora Alliegro

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