Con la nomina dei sottosegretari (Due Lucani), si chiude definitivamente la fase della composizione del governo “Giallorosso”.
Ebbene sì, in meno di un mese troviamo praticamente stravolto (per l’ennesima volta) il quadro politico del nostro Paese.
Fino alla sera del 7 Agosto, pareva chiaro a tutti che Matteo Salvini fosse il “Dominus” della politica Italiana, forte di sondaggi che promettevano il 40% e dunque la famigerata “Autosufficienza” al suo movimento Politico, la Lega.
Come è oramai noto a tutti, il “Capitano” ha sbagliato modi e tempi di una crisi politica che gli è sfuggita di mano un secondo dopo la sua proclamazione: l’ex ministro dell’Interno ha messo in mostra una clamorosa ignoranza dei dispositivi Parlamentari, ha sottovalutato l’ambiguità e le spinte “Governiste” in seno al Partito Democratico e ha confenzionato un “pacco regalo” insperato al M5S che ha potuto scaricare su di lui la responsabilità di “aver fermato il governo del cambiamento per un mero calcolo elettorale.”
Il risultato di tutto questo è oramai cronaca dei giorni passati: nuova maggioranza Pd-5Stelle-LeU e governo “Più a sinistra della storia repubblicana” come ama definirlo Silvio Berlusconi.
Lasciando un attimo da parte la cronaca Politica nazionale, proviamo ad analizzare gli scenari da “Criptonite” che si spalancano per la Lega e per tutto il Centrodestra in vista dei prossimi appuntamenti elettorali (Elezioni Regionali ed Amministrative).
M5S e Centrosinistra tentano il “Fidanzamento Ufficiale”
Uno degli incubi peggiori per qualsiasi elettore, dirigente, o amministratore locale di Centrodestra si sta plasticamente materializzando.
Grillo, Conte, Renzi e Zingaretti sono fondamentalmente d’accordo sul fatto che l’esperienza di governo appena inaugurata può e deve essere traslata sui territori e all’interno delle amministrazioni locali.
Fare questo proprio per dimostrare agli italiani che la formula del “Contratto di governo” in salsa gialloverde si è dimostrata una ricetta inefficace e, di conseguenza, rendere organico il programma di governo, per quanto possibile, anche a livello locale.
I mediatori di Centrosinistra e M5S (in prima fila il Ministro Franceschini e il Presidente della Camera Roberto Fico) sono già a lavoro per costruire coalizioni “Civiche” sulla scorta dell’esperienza Ulivista del passato.
Uno schieramento ampio, senza simboli di partito che tenga dentro candidati, storie ed esperienze riferibili al mondo Grillino e a quello Progressista.
Il 27 Ottobre si vota in Umbria e a Novembre in Emilia Romagna.
Per quelle date, sarà verosimilmente pronto l’ampio fronte “Anti Capitano” eventualmente da riproporre anche nelle restanti sette regioni chiamate al voto nel 2020.
Scacco matto a Salvini e al Centrodestra?
I malumori dei gruppi dirigenti locali della Lega (e non solo) per l’evoluzione dei fatti politici delle ultime settimane sono evidenti anche se malcelati.
La verità è che all’interno del quartiere generale di Via Bellerio, tutti puntavano su una sostanziale incomunicabilità tra Cinque Stelle e Pd.
Retroscena di palazzo parlano addirittura di contatti pre-crisi tra Salvini e Zingaretti, attivati dal leader leghista al fine di ottenere dai democratici una convergenza sull’indisponibilità al proseguimento di questa legislatura e dunque l’inevitabile ricorso alle urne.
Non è necessario ricordare come è andata a finire…
L’azzardo è andato male, malissimo: la base leghista ha subito il colpo dell’isolamento politico improvviso che ha provocato la sfiducia a Conte.
Nonostante questo, la Lega, secondo i sondaggi, nutre ancora del consenso di circa un italiano su tre ma le prospettive sono molto cambiate, vediamo perché.
Le ultime elezioni regionali in Abruzzo, Sardegna e Basilicata, sono state vinte dal Centrodestra a trazione “Carroccio” con circa dieci punti di distacco nei confronti del Pd e con i Cinque Stelle ancora più indietro.
I sondaggi di oggi parlano di un PD che torna a sfiorare (dopo anni) la soglia del 25% e danno il M5S stabilmente sopra il 20%.
Un ipotetico schieramento di Centrosinistra – M5S potrebbe anche contare inoltre sull’apporto di un altro 3-4% proveniente dalla “Galassia” dei partiti e movimenti della sinistra radicale.
La somma di tutto questo si avvicina molto al 50% dell’elettorato.
L’allarme “GialloRosso” è dunque ufficialmente scattato per i “Sovranisti”: se dovesse andare in porto davvero l’apparentamento anche a livello locale, Salvini e Meloni potrebbero essere costretti a riconsiderare fortemente l’ipotesi di vincere in Umbria (vittoria che pareva oramai certa dopo lo scandalo sanità che vede coinvolta l’amministrazione uscente targata PD) e soprattutto in Emilia Romagna ( Battaglia elettorale dalle ragioni simboliche evidenti).
Come se non bastasse, l’abbiamo ricordato in precedenza, nel 2020 si vota anche in Calabria Campania, Puglia, Toscana, Veneto, Marche e Liguria.
Cari amici, vedete, sembra assurdo ma l’ unico insegnamento di questa calda estate politica è il seguente: un mojito di troppo può costare carissimo.