Cancellare le esenzioni per le compagnie che estraggono petrolio e dare più royalties ai Comuni e Regioni con la Basilicata a trarne vantaggio. Nella bozza della nuova manovra 2020 del Governo centrale, che sarà approvata entro la fine dell’anno, è stata inserita questa misura.
Di cosa si tratta nello specifico?
Le compagnie che estraggono in Basilicata come l’Eni e la Total godono di franchigie, cioè non pagano le royalties sulle prime 20 mila tonnellate di petrolio e sui primi 25 milioni di metri cubi di gas estratti per ciascuna concessione. Il Governo vuole cancellare queste esenzioni e dunque far pagare alle aziende petrolifere le royalties per ogni goccia di greggio estratto.
Stando ai numeri: nel 2018 la Regione Basilicata ha incassato poco più di 103 milioni di euro, per calcolare quanti soldi arriveranno in più è ancora presto. Di certo la novità introdotta andrebbe ad incidere più sulle casse dei Comuni, dove si estrae gas, che in quelle regionali. D’altronde sul fronte petrolio cambierebbe poco: le 20 mila tonnellate di greggio a cui far pagare le royalties in più, sono meno dell’1%, rispetto ai 3,7 milioni circa di tonnellate prodotte nel 2018 da Eni e Shell in Val d’Agri. Diverso è il discorso sul gas, l’anno scorso sulle 7 concessioni produttive lucane solo una compagnia, Eni in Val d’Agri, ha pagato le royalties; negli altri 6 casi la quantità di gas era al di sotto della soglia di franchigia quindi niente soldi. Secondo il progetto del governo tutte e 7 le concessioni dovranno garantire royalties alla Regione, ma soprattutto ai Comuni, poiché finora sono rimasti a bocca asciutta.