Emergenza Coronavirus: Sindaci in trincea anche contro i leoni da tastiera
di Vincenzo Scarano
I Sindaci in questi giorni di emergenza sono in prima linea. Tutti i giorni informano i cittadini sull’emergenza coronavirus, insieme alla Polizia Municipale e ai Carabinieri cercano di far capire quanto sia importante rispettare le regole per non far crescere il contagio nelle proprie comunità e nel resto del Paese. Il loro telefono è sempre acceso. I cittadini, imprenditori e artigiani si rivolgono a loro per avere notizie, capire come andrà a finire e quale sostegni sono in arrivo per continuare a lavorare e continuare a sperare in un futuro diverso. La maggior parte di loro sono anche padri di bambini e anche per loro devono lottare e proteggerli. Ecco cosa vuol dire essere sindaco in piena emergenza coronavirus, una emergenza così drammatica che è stata paragonata ad una guerra.
E’ inutile nascondere che c’è molto stress emotivo tra le persone. Bisogna immaginare che lo stare in casa per alcuni di loro è un sacrificio anche dal punto di vista psicologico. E’ per questo che si deve essere fermi ma umani. Comportarsi con autorevolezza e decisione, e provare a mantenere un profilo sempre umano e fraterno, un lavoro che in questo momento i nostri sindaci, anche della Val d’Agri stanno facendo egregiamente.
Chi naviga in tempesta non può non fare errori, perchè lo smarrimento è grande e la sofferenza va ascoltata. Sono tanti i post e le dirette social per tranquillizzare i propri cittadini che in questa emergenza anche i più anziani hanno preso dimestichezza con il web e si affidano proprio a loro. Essere sindaco è mettersi al servizio, e nei momenti drammatici si è ancora più utili. Spesso si trovano anche senza armi, a dover combattere contro il nemico invisibile, a stretto contatto con i problemi quotidiani, le difficoltà e i paradossi dell’emergenza, sempre in prima linea a difesa della salute della comunità e dei propri cittadini.
Loro rappresentano la massima autorità sanitaria locale e credo bisogna dirgli solo grazie per l’egregio lavoro che stanno svolgendo. Mettiamoci per un momento nei loro panni, non è semplice mantenere la lucidità e prendere le giuste decisioni, ordinanze che vanno prese in poco tempo ed essere capaci di mettere in moto la macchina organizzativa per far rispettare le regole, considerando anche l’esigua disponibilità di personale. E oggi più che mai questi sindaci vanno sostenuti, non vanno lasciati soli e a mani nude ad affrontare l’emergenza Coronavirus.
La cosa più brutta come al solito è che sono spuntati centinaia di epidemiologi pronti ad accusare scienziati, ministri, politici locali, sindaci e assessori. Non c’è bar e non c’è ufficio, dove non si imprechi contro qualcuno.
Si vuol cercare per forza il colpevole, l’untore, denigrare il lavoro e l’impegno degli altri. E come lo si fa? Soprattutto con una tastiera davanti al naso, i famosi leoni da tastiera. Se le autorità politiche o il sindaco di turno cercano di impegnarsi per risolvere un problema, ecco che «non serve a niente, è tutta propaganda, dove siete stai finora?». E se chiudi i confini sei un razzista, se non li chiudi sei un assassino. Insomma in modo alquanto penoso ed inopportuno, in questa emergenza si ha anche il tempo di insultare e screditare il lavoro di chi è impegnato direttamente sul campo, si sollevano dubbi e si sfiducia l’autorità, ognuno ad ergersi specialista presentando la propria ricetta magica. Mutatis mutandis è quanto in fondo si verifica per ogni tema politico.
Sui social, dove è facile cedere ai qualunquismi e offrire spettacoli indegni bisogna prestare attenzione a quello che si scrive o che si dice. Si può decidere di mettere a disposizione il proprio cervello, le conoscenze, l’educazione, il proprio cuore, per sostenere qualcuno. Altrimenti la scelta del silenzio è d’oro.