Primo PianoMusica e musicisti della BasilicataSocietà e Cultura

“L’Italiano 2020”. Il brano di Lorenzo, Luca e Alessandro per raccontare ciò che stiamo vivendo

Il brano è la versione cover del classico del 1983 "L'Italiano" di Toto Cutugno

Essere Italiani nel 2020

Quando Toto Cutugno cantava nel 1983L’Italiano” io non ero nato. Al Governo in Italia c’era Amintore Fanfani, al suo quarto mandato da Primo Ministro, a cui gli succederà nell’agosto dello stesso anno Bettino Craxi. Negli Stati Uniti il Presidente era Reagan, nel Regno Unito premier era la Thatcher, la Germania è ancora divisa con a capo di quella Federale Helmut Kohl che la porterà poi all’unificazione.

Riporto due episodi avvenuti in quell’anno con rilevanze importanti anche in questi anni che stiamo vivendo: il 13 febbraio a Torino nell’incendio del Cinema Statuto perdono la vita 64 persone a causa dell’inalazione dei fumi tossici sprigionatisi dai materiali altamente combustibili di cui erano rivestite le poltrone della sala. In seguito a tale evento verranno modificate le normative di sicurezza in materia di locali pubblici in Italia. Il 3 giugno 2017 un episodio, sempre a Torino durante la visione della finale champions, in piazza San Carlo con disordini che portarono alla morte di 3 persone e il ferimento di altre 1500. Tragedia causata da un gruppo di malviventi che porto all’emanazione di una direttiva sui Modelli organizzativi per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche. Normative modificate nel 1983 e modificate di nuovo nel 2017, la storia si ripete.

29 luglio a Palermo: un’autobomba imbottita di tritolo esplode uccidendo il giudice Rocco Chinnici, due agenti di scorta e il portiere dello stabile. Nello stesso anno, a ottobre, vengono arrestati i boss di cosa nostra Tano Badalamenti e Tommaso Buscetta. Ieri come oggi la lotta alla Mafia deve restare vigile.

Ritorniamo all’Italiano vero nel 2020

Ieri abbiamo festeggiato il 75esimo anniversario dalla Liberazione della nostra patria dal Nazi-Fascismo. L’Italia è una, stiamo tutto sommato comprendendo che essere italiani ci deve far sentire fieri e dobbiamo difendere nel modo più educato possibile il nostro “essere italiani“. Almeno a me va di difendere ciò che il nostro tricolore rappresenta.

Nel 1983 Presidente della Repubblica c’era Sandro Pertini, parole di ieri che valgono molto anche oggi:

 

Questo articolo mi è stato ispirato da Lorenzo Di Rago. Un 34enne di Garbagnate Milanese con origini lucane, Viggiano e Calvello, che qualche giorno fa ha pubblicato sul suo profilo youtube una versione cover del brano di Toto Cutugno:

 

Ho parlato con Lorenzo e mi ha spiegato la genesi di questa sua versione, realizzata con suoi due amici: Luca (anch’esso di origini lucane) e Alessandro:

Il progetto nasce dopo aver visto quei canti passionati e pieni di calore sui balconi dei palazzi degli italiani. Mi è scattato qualcosa dentro, avevo necessità di cantare il mio amore verso la mia nazione e tirare fuori tutto l’orgoglio per il bistrattato tricolore“.

Lorenzo lo conosco da tanto tempo, viene spesso a Viggiano a trovare i suoi parenti. In queste parole esprime considerazioni che faccio mie. Prosegue: “telefono a mio cugino Luca, (musicista di Cesenatico anche lui di origine lucane) al quale riferisco che vorrei fare un pezzo sulla base dell’italiano di Toto Cutugno (una delle note canzoni italiane esportate in tutto il modo con tratti popolari forti e volutamente marcati), mi serviva qualcosa che evocasse ricordi genuini e il pezzo di Cutugno era perfetto“.

Il 1983 ritorna nel 2020. Un brano di 37 anni fa ancora valido che ha ispirato Lorenzo a raccontare l’Italia del 2020.

Luca realizza una base pazzesca con il suo piano, ed io intanto sento alessandro (un mio Amico di Rozzano) gli parlo del pezzo e gli chiedo di scrivere una paio di strofe per rendere il pezzo più fresco e contemporaneo e sapendo che con le sue doti di scrittura non mi avrebbe deluso. Così per due settimane, tutto rigorosamente da casa, abbiamo registrato, provato e scritto il pezzo. Senza attrezzatura professionale ma con una carica emotiva pazzesca. Quando abbiamo terminato il pezzo, abbiamo avuto fin da subito un sacco di feedback positivi: vuol dire che il nostro messaggio è arrivato, ed era la cosa più importante per noi o meglio il motivo per il quale è nato il nostro progetto, unire ed essere uniti, distanti ma vicini! Siamo soddisfatti e contenti. Forza, viva l’Italia!

Il nostro messaggio è arrivato“, mi ha colpito leggere questa frase di Lorenzo. Cos’è un messaggio?: il testo di una comunicazione diretta da un mittente a un destinatario, sì è questo ma è anche di più. Un messaggio deve essere equilibrato eticamente per arrivare e permettere all’interlocutore di farlo suo. “Il medium è il messaggio“, McLuhan afferma che è importante studiare i media non tanto in base ai contenuti che veicolano, ma in base ai criteri strutturali con cui organizzano la comunicazione. Comunicare bene, oggi è un bene – con il mezzo giusto d’accordo – veicolando informazioni corrette, solo così la comunicazione ha un vero senso.

Lorenzo, Luca e Alessandro in questa pandemia ci hanno voluto riunire, come persone e come nazione. La fierezza di essere di italiani deve essere più forte dei luoghi comuni e di chi vuole un Italia debole. Perché noi quando siamo in difficoltà e sfavoriti alla fine siamo come Grosso ai mondiali del 2006, la vittoria la portiamo a casa. La generazione del 2006 – vive quella vittoria come un traguardo raggiungo – ma anche una base sulla quale partire, e siamo partiti, per raccontare al Mondo l’ITALIANO DEL 2020.

Un’ultima considerazione di Lorenzo: “la citazione di Pertini sul finale del video (che aveva pronunciato dopo il terremoto dell’Irpinia) è dettata dalla necessità di andare avanti, di far passare il messaggio di ricominciare, rispettando i morti e i malati bisogna realmente pensare ai vivi“.

Pertini credeva nel popolo italiano, Lorenzo lasciamolo cantare e credere in questa Italia del 2020 e io dopo aver ascoltato e guardato il brano “L’Italiano 2020” credo negli italiani un po’ di più.

 

 

#cesempreundomani, dall’Australia la canzone di Davide Ierardi per infondere speranza

 

Articoli correlati