Lavoro

30 aprile, la Cisl compie 70 anni. La Basilicata riparta dai cantieri in sicurezza

Oggi, 30 aprile, la Cisl compie 70 anni. Il sindacato guidato da Annamaria Furlan fu infatti fondato il 30 aprile 1950 al Teatro Adriano di Roma. Sarà una ricorrenza vissuta all’insegna della sobrietà e senza iniziative pubbliche per l’emergenza coronavirus. Per l’occasione la Cisl ha adottato un logo celebrativo per tutto il 2020. “Oggi celebriamo questo nostro anniversario in un momento grave e difficile, alla vigilia di un Primo Maggio che, nonostante l’assenza di cortei e manifestazioni di piazza, sarà un segnale di forte unità, di solidarietà e di speranza per tutto il mondo del lavoro”, ha scritto in una lettera indirizzata agli iscritti e ai delegati la segretaria generale Furlan aggiungendo che “la nostra mente e il nostro cuore sono rivolti alle tante vittime del coronavirus, alle famiglie spezzate che piangono i loro cari, ai medici, agli infermieri, a tutto il personale della sanità e della protezione civile che in queste settimane terribili si sono prodigate per salvare tante vite umane”.

Per il segretario regionale Enrico Gambardella “in questi settant’anni la Cisl è stata una protagonista assoluta della scena sociale italiana e continua ad esserlo con le sue idee e il suo modo di essere. Ci aspettano momenti non facili e siamo pronti ad affrontarli con la nostra storia e con i nostri valori di partecipazione, solidarietà e democrazia. In Basilicata lavoriamo per riaprire un dialogo con il governo regionale che finora si è dimostrato sordo alle istanze del sindacalismo confederale col risultato di procedere in modo ondivago e senza la determinazione che servirebbe in frangenti difficili come quelli che stiamo vivendo”.

La riapertura dei cantieri, soprattutto quelli pubblici e quelli privati di piccole dimensioni, possono dare un grande contributo per il riavvio dell’economia lucana“. Lo sostengono il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, e il segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre. “La fase 2 deve consentire di ripartire in sicurezza, non dobbiamo tollerare improvvisazione, soluzioni estemporanee o a macchia di leopardo – sostiene La Torre – per questo proponiamo che ogni cantiere possa ripartire solo dopo che le autorità sanitarie locali o la polizia municipale o gli enti bilaterali territoriali per la sicurezza e i relativi rappresentanti abbiano verificato il rispetto di tutti gli adempimenti previsti dai protocolli: dagli ingressi scaglionati, alla corretta organizzazione di mense, spogliatoi, trasporti aziendali, pulizia dei macchinari, etc”. Per La Torre “tenuto conto del fatto che la maggioranza delle imprese sono di piccole e piccolissime dimensioni, quindi senza Rsu ed Rls, servono strumenti territoriali in grado di vigilare e adattare i protocolli nazionali. Noi proponiamo la costituzione presso le Prefetture di tavoli permanenti affinché l’organizzazione del lavoro, gli orari, i carichi, le presenze siano coordinate con i trasporti pubblici locali, valorizzando tutte le opportunità che la consolidata bilateralità di settore consente coinvolgendo i comitati paritetici territoriali”.

Per Gennarino Macchia “serve un impegno forte e incisivo della Regione per lo sblocco di opere pubbliche strategiche per lo sviluppo del nostro territorio. Ci sono risorse impegnate e non spese come i circa 53 milioni previsti per il progetto di completamento dello schema idrico Basento-Bradano, i 210 milioni del contratto di programma con Rete Ferroviaria Italiana per il completamento della linea Ferrandina-Matera, oppure i 13 milioni previsti per la Serrapotina. L’elenco sarebbe lungo. La buona notizia è che i soldi ci sono e non bisogna andarli a cercare. I posti di lavoro che si andrebbero ad attivare servirebbero a lenire la fame insostenibile di lavoro che c’è nella nostra regione. La volontà dei decisori politici deve attivarsi affinché questo evento disastroso si trasformi in un’occasione per concretizzare le opportunità di sviluppo non colte in passato. Adesso non possiamo permetterci il lusso dell’inerzia o dell’omissione. Ognuno deve fare la sua parte. La nostra – conclude il segretario generale aggiunto della Cisl – è quella di fare proposte responsabili per uno sviluppo del nostro territorio conciliando sicurezza e sostenibilità”.

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