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La 50esima giornata della Terra

Il 22 aprile è stata celebrata, senza pubbliche manifestazioni, la 50esima giornata mondiale della terra affinché nessuno degli inquilini del nostro pianeta, dimentichi l’importanza di proteggere un bene comune da cui dipende il benessere di ogni essere vivente. In questi mesi di lockdown, durante i quali quasi tutti i paesi industrializzati hanno ridotto al minimo o bloccato del tutto produzioni, industrie, traffici, commerci, voli ecc. Il pianeta ha potuto respirare; infatti la concentrazione di smog nelle nostre città  si è  notevolmente abbassata e si sono visti in giro parecchi animali selvatici e perfino delle meduse nella laguna di Venezia. Ma l’economia ha subito danni ingentissimi e non può certo continuare a subirne, per cui è  necessario ed urgente, pandemia permettendo,tornare con gradualità  alle attività produttive, riaccendere i motori per favorire comunicazioni e trasporti, riprendere, in parole povere, la routine quotidiana. E ci ritroveremo, allora, a discutere nuovamente della questione ambientale e della quotidiana emergenza ecologica: inquinamento (di aria, acqua,suolo), distruzione e spreco di risorse inesauribili e non sostituibili,massacro di specie animali,stragi amazzoniche sono esiti di azioni e scelte moralmente riprovevoli in quanto non si può usare a proprio piacimento la natura essendo noi stessi parte di essa.

E come dimenticare il “ buco del manto dell’ozono” di cui si è  tanto discusso e che ci protegge sempre meno dalle micidiali radiazioni ultraviolette e ancora “l’effetto serra”  innescato dalle immissioni nell’atmosfera di biossido di carbonio che sta disastrosamente  mutando il clima terrestre per cui l’innalzamento delle temperature in particolar modo nelle zone polari porteranno allo scioglimento dei ghiacciai e all’innalzamento del livello del mare. E’ recentissima, dopo analisi microbiologiche, la scoperta nelle acque di ghiacciai dell’Antartide  di virus ormai estinti da millenni tipo quello della peste bubbonica per combattere i quali l”uomo .moderno non è  ancora attrezzato e ci potremmo ritrovare di nuovo in situazioni  gravissime  come quella  che stiamo vivendo  in questo tragico periodo di Covid-19.

Giulia Giarletta

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