Una doppia azione significativa: aiutare gli indigenti garantendo derrate alimentari di qualità e sostenere le imprese agricole e agroalimentari regionali che in questa fase epidemiologica, nonostante non si siano mai fermate, hanno subito riduzioni di fatturato a causa del duro contraccolpo della crisi dei mercati.
Si basa su questo pilastro la nota congiunta degli Assessori all’agricoltura di tre regioni del Mezzogiorno.
L’assessore regionale alle politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli, insieme ai suoi colleghi della Calabria e della Sicilia, si è fatto promotore della proposta scrivendo, la scorsa settimana, alla ministra Teresa Bellanova per sollecitare scelte governative chiare e orientate a sostenere il reddito dei nostri produttori mettendoli nelle condizioni di partecipare alla gara per la fornitura degli aiuti alimentari da destinare a una sempre più numerosa platea di bisognosi. Presso Agea, l’organismo pagatore in agricoltura, è istituito il cosiddetto “Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti”, le cui risorse sono allocate nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e che, con il D.L. n. 18 del 17 marzo è stato incrementato di altri 50 milioni di euro per l’anno 2020.
E’ compito di Agea, infine, predisporre dei bandi per l’acquisto dei prodotti agroalimentari da donare a chi è in difficoltà. “La richiesta formulata – ha spiegato l’assessore Fanelli – consiste nel trovare meccanismi tali che possano contemplare le specificità e le complessità del sistema produttivo agricolo del nostro Paese, evitando una dannosa concentrazione in lotti quando verranno emanati i bandi. La proposta che speriamo venga accolta consiste nel suddividere in più lotti la gara per dare la possibilità alle nostre piccole e medie imprese che, costituiscono lo zoccolo duro delle nostre economie agricole regionali, di partecipare all’avviso sfruttando anche il modello dell’aggregazione rappresentato dalle filiere agroalimentari. Non dimentichiamoci – continua l’esponente della Giunta – che in Italia abbiamo imprese con caratteristiche e dimensioni eterogenee nei diversi comparti e deve essere tenuta in considerazione la specificità del variegato e frammentato tessuto produttivo. In questo modo, anche le piccole produzioni di nicchia, se inserite in un contesto di filiera, potrebbero finire sulle tavole di chi è in difficoltà economiche e allo stesso tempo si potrà dare liquidità alle nostre imprese che rischiano di ritrovarsi giacenze di prodotti in magazzino. Un meccanismo virtuoso che possa dare una doppia mano: reddito alle aziende e donare a chi è stato messo ancora più in ginocchio in questa emergenza sanitaria”.