E così il tre giugno 2020 l’Italia è ripartita; le frammistioni tra Italiani delle varie regioni sono di nuovo possibili. Spetta al buon senso il mantenimento della prudenza e degli atteggiamenti che potrebbero veicolare il Covid-19: il virus più famoso del momento.
E lo slang degli ultimi giorni, che fa leva sull’ottimismo di ognuno, è quello che andrà tutto bene. Ma ciò che i media stanno riportando insistentemente nei loro “palinsesti” è la ripresa del turismo. Così abbiamo imparato che esiste un federalismo tributario a furia di ascoltare notizie in merito all’occupazione di spazi pubblici per posizionare i dehors dei locali della “Movida”. Abbiamo acquisito nozioni di secondo livello per l’uso del demanio marittimo ascoltando le spiegazioni in merito alla crisi del settore balneare, alle prese con triangoli di sicurezza tra sdraio ed ombrelloni. Abbiamo ormai nozioni socio/economiche sapendo di Borghi che languono per via della mancanza di visitatori e ristoranti/pizzerie sull’orlo del fallimento.
Vi è, tuttavia, un mondo che viene poco visitato dai commentatori che siedono nei talk show o, per meglio dire, viene analizzato da una sola prospettiva: sono i clienti dei locali per la movida e dei ristoranti/pizzeria. Quelle persone, quegli avventori, quei soggetti che se certi di avere la disponibilità economica si incamminano per borghi e per contrade per rilassarsi visitando un Borgo, un museo o un parco, usufruendo dei Bar, delle Pizzerie e dei Ristoranti lì all’uopo desiderosi di offrire il proprio servizio. Qual è l’altra prospettiva di cui dicevo testé? É la condizione di queste persone, che stremate dal lockdown non hanno forza, soldini ed energie per poter incamminarsi sulla via dello shopping dei servizi turistici. Sono le microimprese dell’edilizia con i loro dipendenti, i lavoratori di aziende rimaste chiuse negli ultimi tre mesi, gli artigiani e commercianti di ogni genere. Ma anche professionisti che muovono i passi in settori che si sono fermati, ingessati dalle regole anticontagio. Immaginate voi un artigiano edile con due dipendenti cosa ha fatto negli ultimi due/tre mesi! Ha forse potuto imbiancare l’appartamento del Sig. Bianchi? Ha forse potuto riparare la redola del giardino del Sig. Rossi? Ha forse potuto finire il suo lavoro di manutenzione del Monumento di Coviropoli? Niente di tutto questo. E dietro il settore edile chi c’è? C’è l’ingegnere, l’Architetto, il Geometra, il Geologo, l’Agronomo, il Forestale, l’addetto alla sicurezza, il medico per la sorveglianza sanitaria, il benzinaio che forniva il carburante, il gommista che manuteneva i mezzi di cantiere e via dicendo in una lista che potrebbe durare ancora. Tutte persone che in una logica di tranquilla vita quotidiana, al sorgere de primi caldi avrebbe messo a frutto i risultati del proprio lavoro anche rilassandosi con un’ottima bibita ghiacciata, o un bel viaggio nei parchi naturali o sulla sabbia dorata della spiaggia dove ormai il bagnino conosce tutta la famiglia… In una filiera economica che avrebbe visto tutti felici e sorridenti. Così non è, ed allora dobbiamo chiederci chi spenderà i soldi sotto i dehors? Chi gusterà la pizza quattro stagioni o i fusilli al sugo di salsiccia dei nostri esercenti sparsi per il territorio? É un mondo che deve rialzarsi gradatamente come un veloce riavvolgimento di un effetto domino al contrario, che vede le tessere riallinearsi nel loro status quo ante.
Ora perché vi parlo di questo sotto un titolo che evoca il collegio dei geometri? Perché sono stato testimone, per ragioni di lavoro, di una iniziativa concreta da parte della presidente del Collegio dei geometri di Potenza, Giuseppina Bruzzese, che ha sollecitato il presidente dell’UNITEL (Unione dei Tecnici degli Enti Locali), ing. Massimo Caporeale, ad unire le forze per mettere su una strategia di supporto e di facilitazione della ripresa delle attività tecniche, per riavviare la macchina rimasta in pausa dal primo marzo scorso. Entrambi hanno concordato di ridisegnare l’algoritmo dei rapporti tra tecnici degli Enti Locali, cioè quegli impiegati comunali che rilasciano permessi o convalidano comunicazioni per poter svolgere attività edilizia nei paesi e nelle città ed i liberi professionisti che curano le pratiche per l’avanzamento dei lavori. Lo spunto di due persone avvedute, come l’ing. Caporeale e la presidente Giuseppina Bruzzese, è da stimolo per gli uffici pubblici ma anche per gli amministratori affinché si arrivi ad un approccio diverso dei contatti tra le parti coinvolte nel procedimento di un’opera edilizia, sia essa pubblica o privata. La ripresa dell’attività degli studi privati deve essere facilitata da un diverso metodo di contatto, per evitare che lentezze burocratiche già incrostate sommandosi alle difficoltà di comunicazione costituiscano un freno alla ripresa. Una ripresa che, a mio parere, costituirebbe il momento cruciale per il rilancio dei consumi o della domanda, come direbbero gli economisti. Ve lo immaginate un mondo di microimprese edili che riavviano i loro strumenti e le loro macchine operatrici che concerto farebbero nelle nostre città? Il rumore di un martello pneumatico, il disco di una fresa taglia mattoni, il cigolio di una gru che gira sui tetti delle case, il martello del carpentiere che batte i chiodi sulle tavole dei casseri e, perché no, il fischio o la canzone del muratore che pensa alla sua morosa o alla sua famiglia sarebbe il concerto di cui ha bisogno ora l’Italia ma ancor di più la Basilicata. E dietro tutto questo c’è il geometra che con la sua cartella si dimena tra un ponteggio ed un ufficio per poter sbrigare e smuovere carteggi che sorreggono le attività di cui dicevo innanzi. Ora che chiedono i geometri? Chiedono che le pubbliche amministrazioni, ma nello specifico, gli uffici tecnici, si attrezzino per poter interfacciarsi, pur restando serrati dentro gli uffici, in guisa da poter dialogare come un tempo e più di un tempo. Con videochiamate, canali telematici all’avanguardia e metodi snelli per dare risposte altrettanto snelle, consentendo la ripresa di un settore che, diciamocela tutta, è quello trainante per l’intera economia. Questo richiede uno sforzo sinergico tra impiegati pubblici, che devono capire che è il tempo di sostenere la ripresa, tra gli amministratori, che non devono lesinare sulla spesa per l’innovazione tecnologica e l’aggiornamento dei loro funzionari ed i liberi professionisti che devono stare, loro stessi, al passo con i tempi. Rivedere Buldozer in movimento, sentire lo stridire dei cingoli degli escavatori, ed altri rumori, come dicevo sopra, che rappresentano il segno di un Paese in ripresa sarà la musica che accompagnerà la ripartenza, altrimenti i dehors saranno destinati a ripiegarsi su se stessi non appena il pacchetto economico messo a disposizione dalle norme per la rinascita dell’Italia sarà finito. I geometri, dunque, non sono più quei soggetti in vestito e cravatta fuorimoda con la cartella delle scartoffie, in fila pronti, talvolta, a sopportare le angherie dei colleghi del catasto. I geometri hanno un ruolo determinante nell’edilizia, anche in opere frutto dell’ingegno di colleghi posizionati nella riga più in alto della piramide professionale, ed oggi hanno una capacità di gestire i processi con le innovazioni tecnologiche al passo con i tempi e, consentitemelo, con una presidente sveglia e determinata al punto da battere tutti sul tempo nello scuotere gli attori protagonisti di un settore trainante per l’intera economia. Ora, UNITEL ed ordini professionali dovranno vigilare affinché in tempi ragionevolmente stretti tutto sia possibile, nel rapporto con gli uffici pubblici, pur stando a porte serrate.
Gianfranco Massaro – Agos