La moda è un settore in continua evoluzione, capace da sempre di dettare e anticipare tendenze non solo in fatto di vestiti e accessori da indossare ma anche come vero e proprio stile di vita, traendo molto spesso ispirazione dall’attualità e dai temi più dibattuti. Tra questi, un ruolo sempre più predominante negli ultimi anni lo sta acquistando l’ecosostenibilità con una serie di pratiche e innovazioni che possono aiutare a dare una spinta alla riduzione dell’inquinamento e al risparmio energetico.
Va da sé che anche la moda si sta adeguando, forte dell’interesse in costante crescita del pubblico verso gli indumenti sostenibili. E non è un caso che un ruolo importante in tal senso lo stiano giocando soprattutto i grandi brand dello sportswear come Adidas, che ha ideato delle scarpe da uomo ecologiche. Infatti, quando si parla di moda ecosostenibile, le sneakers sono tra i prodotti in assoluto più apprezzati e ricercati.
A testimonianza di quanto appena detto intervengono le classifiche degli articoli più ricercati sul web, tutti all’insegna dell’ecologia e del vegano: ad esempio, in un mese, i capi di pelle vegana ecologica vengono ricercati da oltre 30mila utenti, quelli in cotone o realizzati dalla plastica riciclata e dai materiali biodegradabili hanno visto un’impennata pari a circa il 30%; viceversa, le ricerche di pellicce e pelli vere sono calate di quasi il 10%.
Le sneakers Adidas cruelty- free
L’azienda tedesca è tra le prime a “veganizzare” alcuni dei suoi modelli di scarpe Adidas uomo che ne hanno fatto la storia: le Continental 80, Superstar, Sleek e le Samba, sono state riproposte in versione totalmente cruelty free, ossia del tutto prive di materiali di origine animale. Perfino le colle e i colori adoperati per la confezione delle scarpe non contengono alcun derivato animale. Le sneakers vegane dell’Adidas vengono infatti fabbricate principalmente con gomma, in buona parte riciclata, cotone e poliuretano, ai quali è spesso aggiunta una particolare formulazione di alghe, derivanti da un processo depurativo delle acque inquinate di lago e dall’EVA, una schiuma composta di etilene e acetato di vinile capaci di restituire un alto grado di flessibilità alla calzatura. Le scarpe, che costano come i modelli tradizionali, si trovano in vendita sia nei negozi che sul portale web dell’Adidas ed ogni articolo riporta sul tallone un timbro che sta a certificare che le sneakers sono la versione vegana del modello originale. Con queste nuove sneakers Adidas mira dunque a raggiungere quella fetta di clienti, sempre più ampia, attenta all’acquisto di prodotti ecosostenibili a basso impatto ambientale.
Le scarpe ecologiche riciclabili all’infinito
Come se non bastasse, Adidas punta a lanciare entro la primavera 2021 un paio di sneakers interamente riciclabili: si tratta delle “Futurecraft Loop” realizzate con un procedimento davvero innovativo e super ambientalista. La tecnica adoperata prevede di usare un numero assai minore di elementi, dai 70 delle scarpe classiche ai 4/5 dei nuovi modelli, con zero colle grazie al processo di fusione delle sfere in poliuretano termoplastico (TPU). Il tutto per merito della partnership col gigante chimico BASF. Queste sneakers innovative arrivano sul mercato in seguito alla promessa fatta a inizio anno dalla casa che si è impegnata ad utilizzare per i suoi prodotti materiali che per almeno il 50% siano riciclati ed in particolare originati dal trattamento dei rifiuti di plastica che stanno devastando gli oceani.
L’impegno di Adidas verso la sostenibilità
“Our icons go vegan”: è questo il motto col quale l’azienda tedesca nata nel 1949, sta lanciando la sua innovativa collezione di sneakers vegane, che rivisita in chiave ecosostenibile i modelli di scarpa sportiva maggiormente amati dai consumatori e che strizzano l’occhio alla clientela più giovane. I millennials tra i 21 e i 34 anni d’età, infatti, in base ad uno studio statistico elaborato da Nielsen, ritengono di assoluto rilievo l’impegno delle aziende che mettono in atto specifici progetti per la salvaguardia dell’ambiente. Adidas non si è fatta trovare impreparata, ma anzi è stata tra le primissime a scendere subito in campo a difesa della sostenibilità.