“Gli incontri ieri sulla presenza Total ed oggi su quella Eni in Basilicata, con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali (sindaci), sociali (associazioni imprenditoriali e sindacati), rappresentanti di imprese e soprattutto dei massimi dirigenti territoriali delle società petrolifere, hanno segnato un autentico spartiacque sul piano del metodo rispetto al passato che, sono certo, nel merito darà a medio-lungo termine i risultati che le nostre comunità attendono da troppo tempo”. È questo, in sintesi, il commento dell’assessore alle Attività Produttive Francesco Cupparo, al termine di due incontri presieduti tra ieri ed oggi in Regione con la partecipazione di Roberto Pasolini (Total) e Walter Rizzi (Eni) insieme al presidente di Confindustria Francesco Somma, ai rappresentanti di Confapi Potenza e Matera ed ai segretari di Cgil (Summa), Cisl (Gambardella), Uil (Tortorelli).
Cupparo ha intanto riferito che il presidente Bardi ha scritto al premier Conte e ai ministri Patuelli e Boccia, perché “il rinnovo delle concessioni petrolifere dell’Eni in Val d’Agri non è più rinviabile non solo per la nostra regione ma per il fabbisogno energetico dell’intero Paese e per le pesanti ricadute sull’economia, l’occupazione, l’imprenditoria della Basilicata. Per la Regione che avrà ulteriori interlocuzioni nei confronti del Governo – ha detto – la situazione è diventata insostenibile intanto perché siamo impossibilitati a procedere verso un nuovo accordo con l’Eni dopo quello sottoscritto nel 1998. Inoltre ci troviamo a fronteggiare la situazione di paralisi delle attività dell’indotto nel distretto energetico Val d’Agri con alcune decine di imprese che hanno sospeso attività e quindi i dipendenti. Come ha ribadito il presidente, la Basilicata non può permettersi di pagare ancora nell’interesse del Paese e per un inspiegabile ed ingiustificabile ritardo. A chi mi attribuisce la responsabilità del pesante calo del Pil 2020 prevista dalla Svimez vorrei ricordare che negli incontri avuti ho registrato che i programmi, i progetti per le attività dirette e dell’indotto petrolifero e di conseguenza per nuova occupazione risalgono agli anni passati e nel caso dell’Eni al 2012 e sono purtroppo rimasti sulla carta. A parte le responsabilità precedenti abbiamo affermato e condiviso il principio che affrontando le varie questioni aperte con lo spirito della più efficace collaborazione e con i toni giusti, convergendo sugli obiettivi da raggiungere, diventa possibile individuare gli strumenti, le azioni, le iniziative da mettere in campo. Tra gli strumenti è stata unanimemente riconosciuta l’esigenza di arrivare ad un aggiornamento del Contratto di Sito Val d’Agri che a distanza di anni presenta non pochi limiti. E’ questo un metodo che superando la concertazione formale, quella dei troppi tavoli della trasparenza risultati decisamente poco utili – ha continuato l’assessore – intendiamo riproporre nel rinnovato confronto con tutti i grandi player presenti in Basilicata, tra cui Fca, Hitachi, Barilla, Ferrero, chiamando non solo Total ed Eni ad investire in quelli che abbiamo chiamato ‘progetti no oil’ ma il mondo imprenditoriale nel suo complesso e a sostenere la programmazione di infrastrutture, attività produttive per superare i troppi gap che ci dividono dal centro-nord e creare occupazione qualificata e stabile rivolta principalmente ai nostri giovani laureati e professionalizzati”.
L’assessore inoltre ha chiesto all’Eni un impegno, pur nell’attuale fase di riduzione della produzione petrolifera e di crisi della quotazione del barile, a venire incontro alle esigenze di imprese e lavoratori dell’indotto. “So bene che senza il rinnovo delle concessioni tutto è più difficile ma – ha detto Cupparo – l’Eni deve investire nel futuro e pertanto promuovere attività di manutenzione impianti e di altro che assicurino continuità ad aziende e dipendenti lucani”.
L’assessore infine ha sostenuto che “la Regione intende farsi trovare pronta per la fase di spesa delle nuove risorse che verranno dall’Europa. Stiamo assistendo da settimane ad una ‘lotteria’ di numeri su quanti saranno i milioni di euro che saranno destinati al nostro Paese e quanti alla Basilicata. E poiché più progetti assicureranno più soldi vogliamo prepararci nel migliore dei modi partendo dal principio che l’impiego delle royalties non può ripercorrere le strade assistenzialistiche e improduttive del passato”.