Continua al Tribunale di Potenza il processo Petrolgate, riguardante il presunto smaltimento illecito di rifiuti avvenuto al Cova di Viggiano tra il 2013 e il 2014.
Da qualche giorno sono iniziati gli interventi degli avvocati difensori di Eni, per primo l’arringa dell’Avv. Fornari: “nel Cova non viene posta in essere alcuna miscelazione vietata di rifiuti pericolosi mentre la reiniezione è un’attività prescritta dalle autorizzazioni rilasciate e riguarda anche le acque provenienti dal trattamento del gas”. Infine secondo il legale di Eni: “il codice di rifiuto non pericoloso utilizzato per lo smaltimento delle acque di processo del Cova era corretto e legittimo“.
Mario Brusa, altro legale Eni: “la compagnia e i dirigenti Eni non hanno mai omesso di indicare gli sforamenti nelle emissioni inquinanti dai camini dell’impianto“.
Fra le accuse ai vertici del Cova, falso ideologico in concorso per avere omesso di segnalare diversi episodi accaduti fra il 2013 e 2014 di superamento dei limiti di emissioni di anidride solforosa.
Accuse respinte da Brusa secondo il quale dalle deposizioni dei consulenti tecnici non è emersa alcuna prova che Eni abbia voluto nascondere le anomalie.
A luglio ricordiamo il Pubblico Ministero Laura Triassi aveva chiesto 33 condanne, con un minimo di 4 mesi e un massimo di 4 anni e 6 mesi di reclusione, per alcuni dirigenti Eni.