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Turismo Verde Cia, agriturismi lucani: grave stop ristorazione

Lo stop alle ore 18 previsto dal nuovo Dpcm per le 130 strutture agrituristiche lucane, che hanno una capacità di circa 6-7 mila coperti, equivale alla chiusura delle attività, che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo, i cui introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-22. E’ quanto sottolinea Turismo Verde-Cia Basilicata.

La misura del Governo non tiene, inoltre, in nessun conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna e metterà definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown, con un danno fin qui stimato da Cia-Agricoltori Italiani in 600 milioni. Se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo, dunque, a un’ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore.

Nuovo dpcm: cosa si può fare e non fare fino al 24 novembre

Il nuovo Dpcm avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell’Horeca -ristoranti, bar, mense, hotel- e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare “fuori casa”, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche.

“Pensavamo che l’esperienza del lockdown fosse definitivamente alle spalle, invece – sottolinea Piera Bianco, presidente di Turismo Verde-Cia Basilicata – la situazione si ripresenta sia pure con nuovi aspetti. Eppure i titolari degli agriturismi si sono organizzati per garantire sempre un’accoglienza sicura ai nostri ospiti. Alla fine, come dimostra l’andamento discreto di presenze e coperti dell’estate scorsa, ci siamo riusciti, ma ci sono stati dei costi. Ricevere un supporto economico, seppure piccolo dalla Regione, è stato fondamentale, anche dal punto di vista psicologico. Parlo per me ma anche per le tante altre aziende agrituristiche della regione, che in larga parte hanno fatto domanda per il contributo. Per questo guardavamo alla stagione autunno-inverno con un po’ più di fiducia. Invece adesso siamo preoccupati per Natale da sempre il periodo di maggiore attività per gli agriturismi”.

 Le nuove tendenze, indicano secondo Turismo Verde-Cia, la strada da percorrere puntando sul patrimonio rappresentato dalle aree interne d’Italia che meglio conciliano il rispetto delle regole anti-Covid con la ricerca dell’esperienza turistica autentica, promotrice di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, tra riscoperta di paesaggi e piccoli borghi, tradizioni e piatti tipici. Nessuna ripresa sarà poi possibile, senza una reale svolta nell’economia delle relazioni su cui Turismo Verde rilancia, guardando al progetto Cia “Il Paese che Vogliamo” che del dialogo sul territorio tra istituzioni, enti e associazioni ha fatto il motore del cambiamento e della rinascita delle aree rurali.

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