Può accadere che accendi la tv, e ti scopri sorpreso da un servizio interessante. Non accade spesso, di questi tempi, ma può accadere. A Wuhan, la città epicentro dell’epidemia di coronavirus, i cinesi sono riusciti a costruire un ospedale da zero in appena 10 giorni. Si tratta sicuramente di un record.
Qui in Basilicata, invece non sono bastati 10 anni per attivare una struttura, totalmente ultimata, dove mancano “solo i letti e il personale sanitario”. Parliamo dell’ampliamento dell’ospedale San Pio di Villa d’Agri, uno dei grandi misteri della nostra Regione. Un edificio di sei piani, per una superficie complessiva di 9000 mq, con una struttura progettata con caratteristiche antisismiche di agibilità e comfort comparabili ai più recenti standard.
Come innanzi detto “Mancano solo i letti e il personale”, ed ovvio “gli atti” della Regione Basilicata per dare il via! Nascono quindi spontanee due domande: Che cosa ha impedito in tutto questo tempo la sua apertura? Come mai il nosocomio valdagrino va sempre più indietro nella scala delle priorità della sanità lucana?
Negli anni sono state tante le proposte e le promesse, dal Reparto dedicato ai malati di Alzheimer e le demenze senili, che doveva avviarsi parallelamente all’Hospice di Viggiano (attualmente attivo), a sede di un innovativo Centro di Medicina Ambientale, unico in Italia. Ad oggi nulla di tutto questo. Resta solo la certezza di aver utilizzato svariati milioni di euro e di un continuo depauperamento, svuotandolo di funzioni e contenuti, mortificando quindi anche la professionalità, l’entusiasmo e la passione di chi vi opera da tanti anni.
E’ notizia di qualche giorno fa dell’individuazione, da parte della Regione Basilicata, di quattro ospedali per ospitare i pazienti Covid-19 con sintomi meno gravi. Si tratta degli ospedali di Venosa, Stigliano, Chiaromonte e Maratea. Mi sorprende ancora una volta che non ci sia quello di Villa d’Agri: le manca forse qualcosa per essere alla pari degli altri nosocomi? Vorrei eliminare l’alibi delle risorse economiche in quanto in un regime di finanziamenti straordinari per far fronte ad un’emergenza sanitaria di questa portata credo che le risorse si trovano.
Mai come oggi la sanità nella Val d’Agri e, complessivamente di tutta la nostra Regione è arrivata ad un bivio e forse anche ad un punto di non ritorno. In questo preciso momento, molto preoccupante per l’impennata di contagi da Covid-19 anche qui in Basilicata, nasce la necessità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione del territorio, sia in termini di posti letto che di prestazioni sanitarie appropriate ed efficaci e per finire alla capacità di gestire anche lo screening. Per gli abitanti di questa splendida valle forse è giunto il momento di avere di più, di riconoscergli il diritto alla salute, di essergli riconoscente per tutto quello che riesce a dare in termini occupazionali ed economici all’intera regione, anche dinanzi al sacrificio della razionalizzazione delle risorse.
Sorge spontanea un’ultima domanda: non sarebbe quindi opportuno utilizzare anche l’ampliamento dell’ospedale San Pio di Villa D’Agri per il ricovero dei soggetti positivi al Coronavirus?
L’Unità di crisi della Regione Basilicata qualche mese fa lo aveva già individuato come Covid Hospital. Cosa è successo? Forse non è più idoneo? E pure c’è anche il macchinario per processare i tamponi!
Vincenzo Scarano