La posizione di ARPAB:
L’approfondimento delle indagini, attraverso sopralluoghi continui, riguarda i campionamenti di terreno alle diverse profondità in prossimità del punto interno della condotta di reiniezione pozzo “Costa Molina 2” interessato dalla perdita delle acque di processo.
Le attività dei tecnici sono in costante evoluzione e prevedono non solo il prelievo di suolo a quote inferiori ma anche delle acque di falda in corrispondenza dei piezometri presenti sia all’interno che all’esterno dell’ area interessata dallo spill.
La risposta di ENI:
In relazione a quanto comunicato da Arpab, Eni precisa che il composto triclorometano non è in alcun modo presente nel processo produttivo del COVA e che non è stato riscontrato nei campionamenti effettuati sulle acque destinate alla reiniezione. Pertanto si esclude ogni correlazione con la perdita di acqua trattata notificata lo scorso 31 ottobre. Attualmente sono in corso tutti i necessari accertamenti e verifiche nella massima collaborazione con gli Enti di controllo.
Cos’è il Triclorometano?
Il cloroformio, nome IUPAC triclorometano, è un alogenuro alchilico, noto anche come freon 20 o CFC 20. La struttura chimica della sua molecola è assimilabile a quella di una molecola di metano in cui tre atomi di idrogeno sono stati sostituiti da tre atomi di cloro.
A temperatura ambiente è un liquido trasparente, abbastanza volatile, dall’odore caratteristico. Non è infiammabile da solo, ma lo è in miscela con altri composti infiammabili.
È un composto nocivo alla salute umana e all’ambiente, nonché un forte sospetto cancerogeno.