Da tempo chiedo di rendere evidente e pubblica la corrispondenza tra il Presidente della Regione e il Governo, a proposito dell’eventuale rinnovo della concessione ENI.
Per tre ragioni avanzo tale richiesta.
- Quando la missiva è partita visto che la concessione è scaduta ad ottobre del 2019. Prima o dopo questo periodo?
- La missiva è una semplice richiesta di incontro oppure contiene già elementi solidi su cui basare la discussione?
- Nella missiva il Presidente Bardi chiede che venga retrocessa la quota del 30% di IRES cosi come prevista dall’art. 36 bis del decreto Sblocca Italia?
Non risulta che la norma sia stata abrogata anche a seguito della iniziativa referendaria che ha fatto modificare l’art. 38 dello Sblocca Italia: stesse competenze con più soldi. Ma se fosse stato abrogato l’art. 36 bis rappresenterebbe, questo si, terreno di iniziativa politica ed istituzionale da parte del Presidente Bardi. Non sono bruscolini, sono in ballo centinaia di milioni di euro da investire in Basilicata. Si chieda quindi un confronto a partire dal combinato disposto del DL 1/2012 (art. 16) e il DL 133/2014 nella cui conversione è stato inserito l’articolo 36 bis. In questo spazio temporale si posiziona il decreto ministeriale 12 settembre 2013. C’è quindi da fare chiarezza su tutta la materia finanziaria, siano esse royalties che eventuali quote di tributi.
Il Presidente Bardi chiede per il sud il 70% delle risorse del Recovery Plan. Perché non il 90% o addirittura il 110%? Ci si misurasse sulla qualità dei progetti, su una visione capace di intercettare tutte le risorse necessarie. È chiaro che senza il Piano strategico regionale – un anno di ritardo secondo quanto previsto dallo Statuto – si presenta l’elenco della spesa per complessivi 13 md di euro. Mi pare che sul riequilibrio territoriale chiare sono le posizioni del Ministro Provenzano, del Pd e della maggioranza che sostiene il Governo Conte.
E nel frattempo zero compensazioni ambientali da ENI. Si dica ai cittadini della Basilicata, in un anno quale è stato il minor introito per la Regione, per i lucani.
E poi assistiamo al teatrino davvero surreale sulla distribuzione delle royalties in cui le parti in commedia sono più di una mentre cittadini ed imprese vivono questa drammatica crisi. Norme, cifre, scelte e posizioni assunte sono chiare, sono già agli atti delle commissioni e del Consiglio regionale dalla precedente legislatura.
Non mi pare di aver letto posizioni sul recupero dell’IRES come previsto dall’art. 36 del decreto Sblocca Italia a cui si potrebbe applicare la regola del 30% per i territori delle concessioni. Cosi come sulle royalties aggiuntive che arriveranno dall’avvio della messa in esercizio di Total, parte delle quali da mettere nel Fondo Unico per le Autonomie Locali e da non computare nel 30% delle risorse spettanti ai territori delle concessioni. Si potrebbe favorire anche un riequilibrio tra Comuni.
E infine da quando si vuol far partire la transizione ecologica nella nostra regione? Come gestire la transizione sociale? E quale visione, idee e progetti per la regione in cui si estrae il 70% del petrolio nazionale?
PIERO LACORAZZA
viceresponsabile organizzazione Pd – Sud e Isole