L’apertura del nuovo SPDC di Villa D’agri segna un positivo spiraglio di rinnovata attenzione verso la Salute Mentale da parte dell’assessorato alla Sanità e dell’azienda sanitaria di Potenza.
Se è vero che l’insieme dei servizi di salute mentale vive una condizione di grande criticità da tempi ben precedenti la pandemia, non si può negare che l’emergenza Covid l’ha fatta emergere in modo ancor più dirompente.
Auspichiamo che l’apertura dell’SPDC di Villa D’agri sia solo il primo passo di un nuovo corso che veda le politiche sanitarie regionali finalmente rivolte al potenziamento dei servizi di salute mentale anche attraverso gli interventi previsti dall’art 29-ter del dl di agosto, che ha previsto l’adozione da parte delle Regioni e delle Province autonome di appositi piani, a partire dal distretto sanitario di base e l’adozione di un protocollo uniforme sull’intero territorio nazionale volto a definire le buone pratiche di Salute mentale di comunità e la tutela delle fragilità psicosociali attraverso un modello organizzativo fondato sulla multi professionalità e la multidisciplinarietà e la costruzione di una rete di servizi e di strutture di prossimità.
La paura del contagio, il quadro di incertezza economico e sociale hanno fortemente inciso sul benessere psicologico delle persone; il disagio psichico è in aumento e si stima che nei prossimi mesi più di una persona su due potrebbe soffrire di disturbi mentali. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il peso globale dei disturbi mentali, anche tra bambini e adolescenti, continua a crescere con un conseguente impatto sulla salute e sui principali aspetti sociali. È verosimile che la domanda di interventi psicosociali aumenterà notevolmente nei prossimi mesi e anni. Si stima che i servizi di salute mentale avranno il 30% dei pazienti in più: 300 mila che si sommeranno ai 900 mila già in carico.
La salute mentale è una delle aree più trascurate della salute pubblica, è quindi ora più importante che mai l’’investimento nei servizi e in programmi di salute mentale, che per anni hanno sofferto di limitati finanziamenti. Basti pensare che la percentuale della spesa sanitaria destinata al finanziamento sulla salute mentale è pari a livello nazionale a circa il 3,5% e la Basilicata non si discosta molto da tale dato superando di poco il 2%.
Servono dunque maggiori investimenti, servizi di salute mentale accessibili ma serve anche, e soprattutto, abbattere il muro dello stigma e dei pregiudizi, che tuttora circonda le persone che soffrono di disturbi mentali e che ancora oggi porta a relegarle in ambienti “protetti” , strutture di residenzialità protratta pesante concepiti secondo la vecchia logica manicomiale del concentramento in grandi strutture che, peraltro, stanno crescendo nel nostro Paese. Sono decine di migliaia le persone con problemi di salute mentale e/o dipendenze affidate ad ambienti residenziali, distanti dai contesti di vita, per periodi anche di anni.