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Tutte le incognite di un esecutivo a base “Non Politica”

Oggi è il “Day after”, la Politica e i media si interrogano sulle conseguenze delle parole che ha pronunciato in tarda serata il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rispetto alla decisione di risolvere la crisi di governo affidando l’incarico di formare il nuovo esecutivo “A Base Non Politica” all’ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi.

Fin dalla nottata appena trascorsa, si sentono i toni trionfalistici di gran parte del panorama mediatico e informativo di questo Paese.

Alcuni giornali hanno titolato “Vince Renzi, affondano Pd e M5S” oppure “Il Fallimento della Politica e dei partiti.”

A dire il vero, in queste ultime ore sembra che alcuni abbiano dimenticato le ragioni di una crisi di governo, innescata da un leader di partito (Matteo Renzi ndr) il quale, soprattutto negli ultimi giorni, pareva persuaso dalle ragioni della rottura ad ogni costo.

Ma non è di questo che si vuole discutere, profondo rispetto per le convinzioni e le simpatie politiche di ogni singolo lettore/lettrice.

Il tema di questa riflessione è un altro.

Nel proseguire stancamente a discutere di futili polemiche personali tra leader o di banchi a rotelle e altro, continuiamo ad ignorare la profonda crisi Istituzionale che attanaglia la nostra Democrazia.

E’ vero, l’Italia, l’Europa ed il mondo continuano a vivere una terribile emergenza sanitaria (a cui si lega quella economica/sociale) ma ieri abbiamo assistito, a parere di chi scrive, a qualcosa di (quasi) inedito e pericoloso.

Per quanto sia innegabile, soprattutto in questa fase, una seria difficoltà dei partiti politici nell’espletare correttamente la loro funzione di rappresentanza, il Presidente della Repubblica, assodata l’impossibilità di ricomporre una maggioranza parlamentare, non soltanto suggerisce la strada di un governo “A Base non Politica” ma addirittura sembra voler indicare egli stesso l’indirizzo Politico del nuovo esecutivo nascente, parlando apertamente dell’agenda politica del governo ed auspicando fortemente il sostegno parlamentare di tutti partiti. Questa prospettiva ha di fatto allontanato la fine della legislatura.

Una cosa simile accadde anche 2011, a seguito della crisi dell’ultimo governo Berlusconi: in quel periodo il problema era lo spread e la speculazione finanziaria. L’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano affidò l’incarico di formare il nuovo governo a Mario Monti, anche in quel caso accolto dall’euforia dell’ambiente mediatico (sappiamo bene come andò a finire quell’esperienza).

Oggi la Pandemia, ieri lo Spread. Insomma, quando le maggioranze Parlamentari implodono diventa sempre più difficile trovare un Presidente della Repubblica che si limiti a ratificare l’impossibilità di ricomporre una maggioranza Parlamentare e che quindi scelga di sciogliere le Camere.

In questo caso particolare, nella dichiarazione della tarda serata di ieri, Sergio Mattarella ha esplicitamente parlato di tutta una serie di scadenze per le quali è necessario poter contare su un governo nella pienezza delle sue funzioni e, inoltre, ha sottolineato la necessità di evitare una campagna elettorale che potrebbe far ripartire il contagio da coronavirus.

A margine di tale dichiarazione, molti hanno fatto notare che, in ogni caso, al più tardi a inizio Giugno, alcuni milioni di italiani si recheranno alle urne per le elezioni Amministrative.

Altro elemento da non sottovalutare è il fatto che l’attuale Parlamento che nei prossimi mesi dovrebbe mostrare “Responsabilità” è lo stesso che, in poco meno di tre anni, ha già fatto partorire due (tra qualche giorno tre) maggioranze di segno politico opposto.

Saranno dunque in grado le forze politiche di garantire sostegno ad un esecutivo che inevitabilmente faticherà a tenere conto di tutte le opposte sensibilità?

E infine: saranno disposte le forze politiche (ognuno per la sua parte) a pagare il prezzo elettorale delle misure impopolari che l’esecutivo nascente sarà costretto ad intraprendere?

Come vedete, al netto dell’eccitazione di alcuni commentatori, lo scenario è meno limpido di quello che si vuol far apparire.

 

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