Petrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

Il direttore Arpab smentito dalle sue analisi: a Tempa Rossa nessun sforamento, o forse sì?

Siamo al paradosso: il mese scorso il direttore Arpab denunciava urbi et orbipesanti sforamenti da parte di Total ma le analisi sul sito dell’agenzia riportavano l’opposto di quello che diceva il direttore dell’ente. Al riguardo è sufficiente andare a consultare il sito dell’Agenzia dove è possibile rilevare che le analisi sono state pubblicate poi dieci giorni dopo le dichiarazioni rese dal Direttore dell’Arpab

Il 19 gennaio il direttore Arpab riportava che: ”Poi loro stessi (Total-ndr) nella verifica degli Sme (sistema monitoraggio continuo ai camini-ndr) ci forniscono dei dati in cui dichiarano in alcuni casi il superamento di 15 volte del valore dell’anidride solforosa e delle polveri, ma invalidano questo dato senza chiarirci il perché…in alcuni casi si è verificato addirittura l’overage, superando il limite massimo di emissione che la macchina può registrare”. Parole sconcertanti ma che non trovano raffronto nella pubblicazione, postuma, di Arpab.

Infatti tra il 14 ed il 17 gennaio la rete di controllo della qualità dell’aria di proprietà Total, l’unica fissa disponibile (visto che Arpab dispone solo di un mezzo mobile per giunta parcheggiato a Guardia Perticara e di zero deposimetri e zero nasi elettronici nelle immediate vicinanze del centro oli francese) non ha registrato sforamenti in termini di legge, guarda un po’ che coincidenza.

Nuove fiammate a Tempa Rossa, Ass. Rosa: “Regione valuta sanzioni”

Le parole del direttore contrastano pesantemente con una realtà che lui rifiuta di trattare: l’unico parametro che avrebbe in realtà un andamento preoccupante sono gli idrocarburi non metanici (come a Pisticci Scalo) ma la Regione ed Arpab rifiutano di regolamentarlo. Altri inquinanti come il benzene invece prima di sforare ufficialmente dovrebbe essere misurato per un anno e quindi anche lì Arpab scrive di non poter decretare lo sforamento nonostante la misurazione parziale sia di poco oltre soglia (benzene cancerogene certo). Buffo come proprio per il benzene due centraline di Total perdano il dato in quei 4 giorni perchè invalidato, ma anche su questo dettaglio importante il direttore stranamente tace. Tutto il resto: carbonio e composti, zolfo e composti, azoto e composti e particolato incluso l’idrogeno solforato, sono molto sotto soglia.

Perchè Arpabnon adotta una unica linea comunicativa chiara? Perchè Arpab non pubblica i dati SME di Total sulle emissioni ai camini? Perchè non pubblica i pareri che manda alla giunta regionale? Il dipartimento ambiente regionale oltre a fare da passacarte tra Arpab e giunta cosa fa? Questa situazione è stata causata dalla Regione Basilicata con il concorso di Arpab. L’assesore Cupparo lo scorso anno tesseva le lodi della modernità costruttiva di Tempa Rossa mentre oggi il direttore Arpab, nominato anche da lui, critica l’impianto!

Non era ammissibile l’avvio dell’impianto senza che Arpab avesse sue centraline fisse, suoi deposimetri e solo un misero mezzo mobile parcheggiato a chilometri di distanza dall’impianto, neanche sottovento e neanche in diretto contatto visivo con la torcia per giunto privo della strumentazione per misurare gli idrocarburi non metanici. Ma Arpab e la giunta prima di autorizzare l’avvio dell’impianto non dovevano fare delle ispezioni ad hoc con esperti del settore? Serve avere il controllo dei dati ai camini e non a chilometri di distanza dopo la diluizione in aria, fattore importante in zona visto che siamo in montagna con un regime ventoso tale da aver giustificato la costruzione di parchi eolici! E poi perchè non usare le moderne tecnologie: camere termiche e droni per registrare emissioni fuggitive, non convogliate e svolgere controlli a sorpresa ma mirati alla torcia per esempio? Perché la regione non bandisce il gas flaring? Non esistendo un piano di sorveglianza sanitaria di medicina ambientale né la volontà di sospendere l’AIA o chiudere l’impianto, per lo meno il Dipartimento Ambiente ed Arpab dovrebbero proporre una modifica sostanziale all’AIA dopo le fiammate, magari imponendo nuove tecnologie disponibili volte ad evitare la termodistruzione dei gas tossici in atmosfera e invece no, meglio pensare alla scuola dei droni, droni che poi si rifiutano di usare per misurare le emissioni! Perchè i tecnici di Arpab durante i focus non spiegano che i limiti di legge sulla qualità dell’aria sono un compromesso politico-economico e che il danno sanitario si verifica anche ad esposizioni sotto soglia se perduranti nel tempo? 

Il personale Arpab, inclusi i nuovi assunti, firmatari della relazione perché hanno omesso importanti considerazioni tecniche, come quelle da noi esposte? La Dott.sa Fortunato da sempre responsabile del solo ufficio radioattività regionale cosa c’entra con questa relazione e con quali competenze tecniche l’ha firmata?

Del resto come da tradizione i lucani non hanno neanche uno straccio di progetto o piano ingegneristico per capire esattamente come funziona l’impianto quindi aspettiamoci il peggio da una regione che volutamente continua a svendere la dignità, l’ambiente e la salute con i sindaci locali che hanno dimenticato di essere ufficiali sanitari.

COVA CONTRO

MEDICI PER L’AMBIENTE BASILICATA

MEDITERRANEO NO TRIV

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