Da anni ormai la dipendenza del gioco d’azzardo distrugge la vita di molte persone e per far fronte a questa dipendenza già da qualche anno in Italia si organizza in alcuni bar lo slot mob, ossia, un flash mob che consiste nel recarsi in tanti, per consumare anche solo un caffè in un bar che ha scelto di non ospitare le slot machine e giochi simili e di non vendere biglietti gratta e vinci con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica contro la piaga di questo problema che invade la società. In Basilicata il primo bar ad ospitare questo evento è stato il bar del borgo albergo casa “Brassens” di Marsico Nuovo, che ha scelto appunto di non avere slot machine nei suoi locali. Il bar che fa parte del gruppo alberghiero Allegro Italia, il cui presidente è Piergiorgio Mangialardi è stato premiato dal presidio di Libera val d’Agri per aver detto no alle macchinette.
L’evento ha coinvolto tutti coloro che hanno lavorato per combattere il gioco d’azzardo. Presente allo slot mob anche il Sindaco di Marsico Nuovo Gelsomina Sassano, che in relazione alla serata ha detto: “l’ Associazione Libera ha inteso farla in questa struttura perché è uno dei pochi bar dove sono bandite per scelta le slot machine e il gioco d’azzardo, un segnale importante perché il gioco d’azzardo è una piaga delle nostre comunità”. L’iniziativa, curata dal presidio di Libera Val d’Agri “Ottavia De Luise”, rientra in una campagna nazionale organizzata dal Movimento dei Focolari. Nell’occasione è stato anche presentato dagli autori il dossier “Basilicata ambiente e salute 2018”, il documento che ha il triste primato di mettere insieme tutte le criticità ambientali della nostra regione.
Durante l’incontro Camilla Nigro, referente del presidio di Libera, dopo aver parlato dello slot mob e più precisamente che vuole farne altri in val d’Agri, ha elencato le dodici proposte d’impegno per i candidati alle regionali 2019. Tra le prime due ha elencato il SI: all’energia rinnovabile democratica e il SI: all’estensione della VIS (studio epidemiologico) a tutti i comuni delle aree estrattive (area COVA e Tempa Rossa). Non sono mancati gli interventi dei partecipanti e diverse considerazioni anche sulle royalties, riflettendo su tutto ciò che è accaduto trent’anni fa con alcune compagnie petrolifere si sta ripetendo ancora adesso.