Si allungano i tempi per avviare la bonifica dell’area industriale coinvolta dallo sversamento di petrolio scoperta a febbraio 2017 che ha portato alla chiusura del COVA per tre mesi.
Il termine slitta al 28 settembre 2018, entro questa data, ENI dovrà consegna alla regione Basilicata il rapporto finale del piano di caratterizzazione. Il piano di caratterizzazione è lo studio della contaminazione relativo alla perdita di petrolio al centro oli. In origine questa relazione doveva essere consegnata entro la prima settimana di luglio. Lo slittamento di 2 mesi, sancito da una delibera della regione, è motivato da difficoltà operative legate ai controlli in contradditorio tra ENI e ARPAB (il sopralluogo dei tecnici ISPRA e ARPAB di 13 mesi fa).
Si allungano così i tempi per la bonifica che partirà solo dopo la chiusura del piano di caratterizzazione e quindi non prima di ottobre, un anno e mezzo dopo la scoperta della fuoriuscita di petrolio dovuta ad una falla in un serbatoio del centro oli. Per questa vicenda quattro manager di ENI sono indagati dalla Procura di Potenza con l’accusa di inquinamento ambientale.
ENI sostiene di aver perso circa 400 tonnellate di greggio finito nel suolo e nelle falde acquifere sottostanti e fino a dicembre ha dichiarato la multinazionale “di aver recuperato solo 330 tonnellate”. L’attività di messa in sicurezza, dunque, sono ancora in corso ma per la bonifica bisogna ancora attendere.
Nell’agenda delle attività del centro oli ci sono i lavori di manutenzione dell’impianto che domani mattina subirà un arresto dovuto allo sciopero dei lavoratori dell’indotto ENI che chiedono un contratto unico di sito.