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Al via mobilitazione di Coldiretti Basilicata su settore cerealicolo tra speculazioni e pratiche sleali

Per non mettere a rischio l’agricoltura e l’agroalimentare lucano, Coldiretti Basilicata ha deciso di proseguire la propria azione mobilitativa e dopo la manifestazione del 21 marzo scorso, ha dato il via ad una serie di iniziative con i dirigenti dell’organizzazione agricola e gli agricoltori. Già questa mattina con un sit a Potenza, dinnanzi al Park hotel, che proseguirà domattina, quando alle 9 e 30 è in programma un’assemblea popolare presso la sala riunioni della struttura, alla quale parteciperanno 300 agricoltori provenienti da tutta la regione, con trattori e mietitrebbia al seguito. “E’ bufera per i prezzi del grano duro italiano in caduta libera – evidenzia il presidente della Coldiretti lucana, Antonio Pessolani – una tendenza al ribasso che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi dopo il rincaro stellare dei costi di produzione e la siccità che ha fatto crollare la produzione”. Pessolani evidenzia come “la speculazione si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato, a danno degli agricoltori e dei consumatori”. Una situazione di estrema difficoltà. “ La produzione è in calo fino al 35%-40% nelle aree più vocate, compreso la Basilicata, a causa della siccità – aggiunge il direttore della Coldiretti di Basilicata, Aldo Mattia – proprio quando coltivare grano è costato agli agricoltori fino a 600 euro in più ad ettaro a causa dell’impennata dei costi di produzione causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti. La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che  vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi e dalla grave e perdurante siccità rischia di aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari” conclude Mattia. L’assemblea popolare sarà anche l’occasione per lanciare delle proposte concrete.

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