In considerazione del notevole impegno della Basilicata nel perseguimento dell’obiettivo della transizione energetica, sarebbe auspicabile garantire che una quota dell’energia prodotta da impianti connessi alle fonti energetiche rinnovabili, insistenti sul territorio lucano, possa essere adeguatamente riconosciuta alla Basilicata, con politiche di compensazione ambientale, così come avviene per quelle derivanti dalle estrazioni delle concessioni minerarie, risorse che hanno poi garantito l’erogazione del “gas gratis a tutti i lucani”. L’obiettivo è applicare la medesima “filosofia” anche all’energia elettrica.
La richiesta del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, è contenuta in una lettera al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in vista del prossimo Consiglio dei ministri in cui si discuterà del decreto-legge sulle semplificazioni in tema di Pnrr.
Per l’assessore regionale all’Ambiente ed energia, Cosimo Latronico “l’iniziativa del presidente Bardi si inserisce nel dibattito in corso sull’autonomia, evidenziando quanto sia fondamentale – attraverso una proficua interlocuzione con il governo centrale – tentare di restituire ai cittadini una parte delle risorse energetiche prelevate sul territorio”.
La richiesta avanzata dalla Regione Basilicata deriva da fatto che, accanto alla previsione di una procedura abilitativa semplificata per la realizzazione di impianti fotovoltaici di potenza fino a 50 MW, si prevede un impegno a cedere al Gestore dei servizi energetici, per almeno 15 anni, l’energia prodotta dagli impianti.
Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Basilicata
Sono mesi che la Uil propone gli Stati Generali dell’Energia per mettere a punto una strategia non estemporanea rispetto alla complessità delle questioni di gestione delle risorse energetiche, tutte, petrolio-gas e rinnovabili esistenti e di quelle che verranno con l’idrogeno, per affrontare adeguatamente la transizione energetica. Leggere oggi che il Presidente Bardi chiederà al Ministro dell’Ambiente di “garantire che una quota dell’energia prodotta da impianti connessi alle fonti energetiche rinnovabili, insistenti sul territorio lucano, possa essere adeguatamente riconosciuta alla Basilicata, con politiche di compensazione ambientale”, non può che rinnovare la nostra sollecitazione. Il tempo del confronto e della concertazione sociale e tra tutti i soggetti interessati, su questo tema come su tutti gli altri che segnano il futuro di una regione destinata ad essere sempre più “assottigliata” di popolazione, come ci ricorda l’Istat, è maturo e non più rinviabile. Non può essere una lettera inviata a un Ministro a fare tutto quello di cui la Basilicata ha bisogno. Invece proprio come è accaduto con il “bonus gas” Bardi e la Giunta continuano lungo la strada di fare da soli, di annunciare-comunicare e magari informare a cose fatte. Per noi sindacati accrescere l’occupazione diretta e dell’ indotto e l’attività di piccole e medie imprese lucane sono obiettivi che non vanno disgiunti dai programmi di transizione energetica e dai progetti contenuti nel Pnrr che sono la nuova straordinaria opportunità del Progetto idrogeno. È dunque tempo di una straordinaria unità di intenti tra i protagonisti di un nuovo sviluppo nella Basilicata, prima regione energetica del Paese. Determinante è il Patto per l’energia al fine di promuovere tutte le possibili soluzioni che, utilizzando strumenti e approcci dell’ecologia industriale, dimostrano le rispettive potenzialità di decarbonizzazione, per favorire il ricorso a molteplici fonti e vettori rinnovabili e low-carbon e l’utilizzo di asset già disponibili, garantendo la sicurezza, la flessibilità e la competitività del sistema energetico. La Basilicata è terra di idrocarburi e di energie rinnovabili, di un unicum di risorse ambientali, che possiamo definire i nostri beni comuni, ed ha tutte le condizioni per diventare un ‘laboratorio’ per i programmi di investimenti della transizione energetica. Per questo insistiamo: con il Progetto di realizzazione di un ‘hub idrogeno’ la Basilicata ha tutte le condizioni per diventare un ‘laboratorio’ per i programmi di investimenti green. Così come rivendichiamo l’apertura di un tavolo con il Governo. Un appello: “Lasciamo il metodo epistolare e avviamo quello dei Tavoli”.