“L’osservatorio sull’autonomia differenziata e sulla legge n. 86 del 2024 lo ha promosso Tajani, il segretario di Forza Italia, e serve per tutelare che quello che la norma dice venga portato a compimento nella giusta maniera e nei giusti modi, in particolare sul tema fondamentale dei livelli essenziali delle prestazioni che sono pregiudiziali prima delle intese che ci saranno fra le Regioni e lo Stato”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, durante la discussione con gli altri presidenti di Regione Emiliano (in videocollegamento), De Luca, Occhiuto, con l’eurodeputato ed ex presidente della Regione Emilia Romagna, Bonaccini, e con il segretario nazionale della Cgil, Ferrari, nel corso dell’incontro sul tema “Prospettive del Sud tra autonomia differenziata e PNRR” che si è svolto questa sera a Matera nell’ambito della dodicesima edizione delle “Giornate del Lavoro della Cgil Basilicata”.
“Voglio sottolineare, – ha continuato Bardi – che viviamo in un momento storico che, con riferimento alla Costituzione, ha subito una profonda evoluzione rispetto a quando, tanti anni fa, è stata scritta. Oggi si parla di transizione energetica, si parla di internet.
E’ cambiato un mondo nella nostra società.
Il vero tema del dibattito, per me, è la modernizzazione delle istituzioni e dello Stato centrale in primo luogo. Dobbiamo fare riferimento ad un’autonomia che deve mettere in campo quelle che sono le indicazioni che sono state date dalla legge 86 del 2024, nel rispetto reciproco delle Regioni e dello Stato”.
“Voglio fare un esempio, – ha sottolineato il Presidente Bardi – per far comprendere qual è la difficoltà di un presidente di Regione ad affrontare, molte volte, dei problemi che sembrano risolvibili ma che poi si manifestano insormontabili. Io ho combattuto perché non venissero messe le pale eoliche vicino a un castello di Federico II, sul territorio regionale. Il Consiglio di Stato ha dato torto alla Regione ed ha invece dato ragione a chi voleva mettere le pale eoliche perché l’aspetto energetico è risultato prevalente rispetto a quello della tutela del territorio. Se, come Regione, avessi avuto la possibilità di dire la mia e di intervenire sicuramente questo non sarebbe avvenuto”.
“Le Regioni a statuto speciale godono già di autonomia differenziata in determinate materie quali l’urbanistica, l’ambiente, l’energia, quindi hanno uno snellimento delle procedure perché dispongono di autonomia e di leggi proprie. Possono intervenire lì dove lo Stato, invece, non interviene. La stessa cosa io ritengo si possa fare nelle altre regioni. D’altro canto, mi chiedo, oggi le cose funzionano? Secondo me no. Il gap fra nord e sud è evidente, nessuno fa niente perché questo possa essere modificato. Abbiamo una legge, abbiamo una possibilità di poter intervenire, facciamolo”.