Duecento milioni di metri cubi di gas all’anno, pari al 16% di tutto il gas estratto in Basilicata. Ma la Regione non ha ancora deciso come utilizzare questo capitale energetico ed economico assegnatole dagli accordi con le compagnie petrolifere. Un bottino da impiegare o nella fornitura gratuita alle famiglie lucane o monetizzandolo sul mercato.
La Basilicata è il principale estrattore di gas da terraferma del Paese. Sono 107 i milioni di metri cubi raccolti nel solo mese di gennaio. Di questo passo anche il 2022 si chiuderà con circa 1 miliardo e 200 milioni di metri cubi. Più o meno come nel 2021, quando si registrò un calo importante rispetto all’anno precedente.
Del totale, il 6% viene estratto da Total, Shell e Mitsui. La maggior parte, invece, deriva dalle concessioni Eni. Ma solo l’impianto Total Tempa Rossa produce anche gpl: 240 tonnellate al giorno.
A gennaio scorso, l’incontro sull’iter da attivare, tra il presidente Vito Bardi e Filippo Bubbico, amministratore dell’Acquirente unico, la società pubblica che vigila sui contratti di fornitura dell’energia.
Accelerare sulla scelta e renderla operativa, è la richiesta di Confindustria Basilicata. «Non c’è più tempo per interventi che già avrebbero potuto attenuare i sacrifici delle famiglie lucane», scrive il presidente Francesco Somma.