di Michela Castelluccio
Di frequente si verifica l’esigenza, per chiunque, di dover provvedere all’acquisto di un farmaco “salvavita” o per curare una patologia cronica, che necessita di prescrizione medica e di non avere con sé la ricetta. Come fare, allora, in caso di farmaco urgente senza ricetta? Cosa prevede la legge in questo caso specifico? Di seguito, sono elencati una serie di casi – previsti dal Ministero della Salute – in cui si autorizza il farmacista a rilasciare, ai pazienti, medicinali assoggettati a prescrizione medica, anche in assenza di ricetta.
- Farmaco urgente per malattie croniche (diabete, ipertensione, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ecc.); in questo caso, qualora il farmacista non conosca direttamente il paziente, unitamente al suo stato di salute e al trattamento in corso, il cliente-malato dovrà almeno essere provvisto del documento rilasciato dall’autorità sanitaria, attestante la patologia per la quale è indicato il farmaco o di un documento originale, firmato dal medico curante, attestante la patologia cronica e il farmaco utilizzato per il trattamento.
- Farmaco urgente per non interrompere un trattamento, quale per esempio la prosecuzione di una terapia antibiotica. Il farmacista può consegnare il medicinale richiesto, a condizione che siano disponibili elementi che confermino che il paziente sia in trattamento con il farmaco (es. l’esibizione, da parte del cliente, di una confezione già usata).
- Farmaco urgente a seguito di dimissioni da un ricovero ospedaliero: in tale ipotesi, il farmacista può consegnare il medicinale richiesto, previa esibizione da parte del cliente di documentazione di dimissione ospedaliera (emessa il giorno di acquisto o nei 2 giorni immediatamente precedenti dalla quale risulti prescritta) o, comunque, che raccomandi la prosecuzione della terapia con il farmaco richiesto.
- La consegna di medicinali iniettabili è ammessa, invece, solo se si tratta di insulina e antibiotici monodose.
Si può chiedere ed ottenere senza ricetta solo un’unica confezione del farmaco, con il più basso numero di unità posologiche, fatta salva l’ipotesi di antibiotici iniettabili monodose, che possono essere consegnati in una quantità sufficiente ad assicurare la continuità del trattamento, fino alla possibilità di contatto del paziente con il medico curante. I medicinali richiesti saranno pagati dal cittadino.