Gentile Presidente Bardi, egregio Assessore all’Ambiente,
la vicenda Covid-19 non può certo essere utilizzata come foglia di fico per giustificare il non fatto e le omissioni. La vicenda Covid-19 non può certo impedire l’urgente e opportuno aggiornamento dei dati sulla perdita di idrocarburi verificatasi in quel di Viggiano ed emersa nel 2017. L’emergenza sanitaria non può diventare una scusa per negare un diritto sacrosanto: quello alla conoscenza. Avevo convinto la precedente Giunta regionale a fare qualcosa di straordinario: pubblicare dati inerenti all’inquinamento di un sito e metterli a disposizione di tutti. Ebbene, dal gennaio 2020 questa operazione “trasparenza”/diritto alla conoscenza risulta bloccata, nonostante i miei reiterati solleciti. Attendo un doveroso e urgente riscontro che non può che tradursi nell’aggiornamento dei dati inerenti alla pratica n. 586 presente sulla home page di Basilicatanet. Una operazione trasparenza che, a causa della manifesta sciatteria e strafottenza di qualcuno, si sta trasformando in “operazione seppellimento”.
Per anni mi sono battuto affinché in questa nostra regione venisse applicato quell’articolo 251 del Codice dell’Ambiente che prevede l’istituzione di un’anagrafe dei siti da bonificare. Mi sono battuto, quindi, per difendere un diritto, la legge, un diritto che è diritto umano. Mi sono battuto perché tutti e ciascuno potessero sapere se sotto la loro casa o a pochi metri da essa ci fosse un sito inquinato e da bonificare. Ho chiesto alle mie istituzioni di onorare la legge e poi ho chiesto alle stesse di onorarla nel migliore dei modi.
C’è un’emergenza sanitaria che di tutta evidenza sta aggravando una pregressa e datata emergenza democratica. E c’è, ahimé, un Paese distrutto sotto il profilo politico, sociale ed economico.
Mentre fiumi di retorica, accompagnati dal gas esilarante del conformismo e del non cambiamento spacciato per rivoluzione, ci soffocano definitivamente, c’è chi ne approfitta anche per comportarsi da disertore rispetto al diritto e ai diritti.
Spero, signor Presidente, signor Assessore, che sappiate e vogliate ascoltare e onorare voi stessi. Per parte mia posso solo dirvi che una volta di più il tempo è scaduto ieri. Sarò anche un giapponese nella giungla, ma non intendo rinunciare a far valere diritti che sono miei, vostri, di tutti. Questa volta non basteranno le scuse del signor Presidente del Consiglio, mi sa che vi toccherà stabilire un cordone sanitario per evitare di essere infettati dal virus del diritto e del diritto alla conoscenza.