Diversamente da quello che si può pensare, l’anno termico non coincide con quello solare. Si tratta, più specificatamente, del periodo compreso fra il 1 ottobre e il 30 settembre dell’anno successivo. Secondo una stima diffusa da Areta (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) ogni famiglia spende grossolanamente all’anno circa 900 euro per gli impianti di riscaldamento domestico con un costo medio che si aggira attorno agli 80 euro mensili e il costo del gas, che in pochi mesi è aumentato del 30%. Le ripercussioni economiche saranno pesanti per le famiglie, specialmente visto che l’inverno è alle porte l’inverno e potrebbe rivelarsi particolarmente impegnativo in Italia, con temperature più basse e una maggiore incidenza di nevicate, a causa di un possibile indebolimento del vortice polare. Da gennaio 2024, con il mercato libero, per i clienti non vulnerabili del gas è entrato a regime un prezzo particolare (offerta Placet) supervisionato da Arera. Le tariffe aumentano però anche per i clienti vulnerabili che hanno deciso di rimanere sul mercato tutelato. Dopo aver deciso e attuato a tutti i costi la fine del mercato tutelato, infatti, è ora di prendere atto del fatto che il mercato libero non funziona come dovrebbe e non esiste una vera concorrenza sui prezzi. Le richieste di riforma dei meccanismi di tutela avanzate dalle Associazioni dei Consumatori rimangono inascoltate. Di fronte ad aumenti di questo genere e agli sviluppi fallimentari registrati sul mercato libero è indispensabile che il Governo intervenga prontamente, attuando i provvedimenti che chiediamo da tempo, in particolare la promessa e mai realizzata riforma delle accise e degli oneri di sistema su beni energetici e carburanti, nonché la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica.
Dal confronto fatto dall’Istituto ricerche consumo ambiente e formazione (Ireaf) delle offerte del gas oggi presenti sul portale dell’Autorità del settore ARERA quelle inferiori al prezzo di vulnerabilità sono lo 0,52 del totale, nel 2023 erano 10, e nel 2022 erano 89. Ponendo poi attenzione al numero delle offerte proposte dai 744 operatori nel gas (erano 698 nel 2023) gli utenti che accedono al Portale dell’ARERA si ritrovano solo tra le 144 – 230 offerte. Un notevole divario tra gli operatori autorizzati e quelli presenti sul Portale, con molte società di vendita non attive.
Con questa prospettiva è indubbio che è importante conoscere l’iniziativa regionale in tema di energia. In passato con gli accordi sottoscritti nel 2021 con le compagnie petrolifere la Regione Basilicata ha opzionato 200 milioni di metri cubi di gas per i fabbisogni energetici delle famiglie lucane, attuando il famoso “Bonus gas”, i cui effetti secondo l’analisi del Presidente Bardi nel corso del 2024 sono stati depotenziati dalla liberalizzazione del mercato dell’energia, per cui vediamo con interesse quanto ha dichiarato il presidente della giunta regionale, Vito Bardi, nel corso del Consiglio regionale del 11 luglio illustrando le linee programmatiche e affermando che entro l’anno ci saranno nuovamente i benefici del “Bonus gas” attesi con il passaggio all’erogazione diretta da parte della Regione.
Con spirito costruttivo come associazione dei consumatori, la Federconsumatori alla luce della conoscenza del mercato energetico e degli accordi di mediazione in atto con le società di vendita del gas siamo pronti a collaborare con gli uffici regionali per dirimere la confusione che incide negativamente su trasparenza e concorrenza di una norma regionale che mira a mitigare i costi energetici per le famiglie lucane.
Presidente Federconsumatori Basilicata
Michele Catalano