I verdetti delle elezioni abruzzesi di ieri sera risultano inequivocabili: stravince la Lega, male M5S e abbastanza male anche il PD. Tutto sommato, ci si poteva aspettare una vittoria del centrodestra a trazione Lega, quello che non tutti potevano immaginare, invece, è il drastico arretramento del Movimento Cinque Stelle.
M5S: allarme preferenze anche in Basilicata.
Se è vero come è vero che, in Abruzzo alle elezioni politiche di 11 mesi fa, i pentastellati avevano raccolto il 40% netto dei consensi, il 20% della candidata Sara Marcozzi è un risultato che significherebbe un dimezzamento del consenso in soli undici mesi.
La realtà non è così semplice, il sistema elettorale delle elezioni regionali ha sempre sfavorito i Pentastellati che lamentano: “Ha vinto il clientelismo, le grandi ammucchiate di centrodestra e centrosinistra si sfaldano il giorno dopo delle elezioni. Noi gli unici ad interpretare il cambiamento vero e la democrazia.”
Considerato questo, è innegabile che i “Grillini” attendessero un risultato molto diverso dalle consultazioni abruzzesi. La truppa lucana, guidata dal candidato presidente Antonio Mattia, cerca di far filtrare ottimismo e di preparare al meglio il “rush finale” della campagna elettorale: “In Abruzzo una sberla, ma in Basilicata le cose stanno diversamente. Il Centrodestra non ha ancora un candidato, il PD è diviso in due, forse in tre. Possiamo essere competitivi.” Sarebbe stato questo, sostanzialmente, il commento dei dirigenti politici del Movimento.
Nonostante l’ottimismo di facciata, il gruppo dirigente lucano dei pentastellati è perfettamente consapevole di quello che rischia di essere il loro vero handicap: la mancanza di una classe dirigente in grado di raccogliere consenso sul territorio. La rete di amministratori locali di centrosinistra è ancora in grado di mettere in moto la “macchina di preferenze” in grado di stritolare (elettoralmente parlando) un’unica lista che, per statuto, continua a non voler sentir parlare di alleanze.
Il PD riparte dalla lezione Abruzzese: pronte 10 liste civiche a sostegno della coalizione.
Il centrosinistra, senza distinzioni di sorta, ha impiegato pochi minuti a stigmatizzare il risultato molto negativo dei Cinque Stelle. Da Polese, passando per Lacorazza e Roberto Speranza, il coro è unanime: “Il Movimento di Grillo ha iniziato il suo declino inarrestabile.”
Poche parole, invece sul risultato complessivo del centrodestra: vicino al 50% in un territorio che cinque anni fa aveva visto la vittoria di una coalizione progressista. In realtà, il dato numerico per la lista del Partito Democratico Abruzzese non è per niente esaltante: 11.8% e quasi due punti in meno rispetto al già disastroso risultato in occasione delle elezioni Politiche del 4 Marzo. Ciò che fa ritrovare il sorriso al gruppo dirigente del PD (soprattutto in Basilicata), è l’ottimo risultato delle liste civiche a sostegno del candidato presidente: Legnini era sostenuto da sette liste oltre a quella “ufficiale” del PD, il dato complessivo della coalizione ha sfondato il 30%. Musica per le orecchie di Polese e compagni, i quali avevano già immaginato uno scenario di questo genere anche per il 24 Marzo: “Pronte dieci liste civiche a sostegno del candidato governatore.” Giocarsi il tutto per tutto, raschiare il fondo del barile, comune per comune, preferenza per preferenza.
Fino a qui solo notizie positive, ma non possiamo dimenticare che le divisioni, nell’ambito del centrosinistra, persistono.
Nonostante i numerosi appelli al “Superamento delle divisioni” e all’ “Unità”, restano in campo almeno due opzioni concorrenti nell’ambito del Centrosinistra: da una parte il Pd di Pittella, dall’altra Lacorazza e la Sinistra di LeU.
Con questo scenario, diventa difficile immaginare un centrosinistra vincente.
Ad ogni modo, fino al giorno della pubblicazione delle liste, ogni momento è buono per superare i vecchi rancori e per mettersi insieme…
La Lega “conquista” l’Abruzzo ed adesso punta a sfondare definitivamente al Sud.
Che il vento dell’Europa spirasse a Destra era chiaro già da mesi, forse anni.
Non sorprende la Vittoria della Coalizione di Centrodestra in una regione peraltro sempre abbastanza incline alle esperienze politiche “moderate”, soprende la totale egemonia del partito di Salvini. Oggi, in Italia, il centrodestra esiste perché esiste la Lega: il partito di Salvini raccoglie il 27,5% delle preferenze in Abruzzo e trasforma Forza Italia e la Destra post – missina in realtà marginali.
Il primo dato importante è questo.
Il secondo, è che, al contrario dell’Abruzzo, in Basilicata il perimetro della coalizione non è ancora ben definito. La sensazione è che la candidatura di un uomo forte dell’ex “Carroccio” (Pasquale Pepe ndr) avebbe già praticamente chiuso la partita. Il senatore lucano però non sembra interessato alla questione. Allo stesso tempo, Forza Italia e Fratelli D’Italia reclamano spazio per un loro uomo alla guida della Coalizione. Al netto di tutto, tutto sembra portare il ragionamento ad una sola evidente conclusione: il Centrodestra ha l’occasione della vita in Basilicata.