“La sicurezza alimentare di cui stanno parlando a Cordoba (Spagna) i ministri dell’Agricoltura dell’Ue passa attraverso la maggior redditività degli agricoltori specie del Sud, la filiera corta e la lotta allo spreco alimentare, tenuto conto che l’Italia con le sue 270 tonnellate di cibo sprecato è il peggior Stato Europeo negli ultimi vent’anni”. Lo ha detto il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Cristiano Fini intervenendo a Potenza all’assemblea regionale della Cia-Agricoltori Basilicata. “Le vicende della guerra in Ucraina con il rischio di bloccare l’approvvigionamento di grano specie ai Paesi in via di sviluppo – ha aggiunto – è un forte rischio che va rapidamente scongiurato. Per noi la sicurezza alimentare in Italia si costruisce innanzitutto accorciando la filiera e quella nazionale è una filiera agroalimentare con un indotto da oltre 550 miliardi di euro, con 4 milioni di lavoratori, 740 mila aziende agricole e 70 mila alimentari, più di 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. Un settore vitale che, però, ancora non risolve difficoltà organizzative serie e che finisce per marginalizzare la forza economica dell’agricoltura, privata del giusto riconoscimento e limitata nella produttività, su cui gioca un ruolo determinante proprio il sistema delle infrastrutture e dei servizi logistici. Serve un pacchetto di nuove politiche -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia- che coinvolga i settori della logistica e dei trasporti nel più ampio processo di sviluppo e accessibilità alla transizione green e digitale, e che rinnovino, in chiave comune, l’obiettivo della sicurezza alimentare globale”. Richiamata, poi, da Fini, anche l’opportunità di “favorire la concentrazione dell’offerta, a partire dal ruolo chiave della cooperazione, elemento strategico di aggregazione della fase agricola nei rapporti di filiera, ma anche -ha aggiunto- l’integrazione logistica tra le imprese di trasporto agroalimentare, quella funzionale che nelle aziende agricole metta in connessione gestione e commercializzazione e in ottica di sistema allargato, comprendendo anche il consumatore. Occorrono -ha detto- percorsi di programmazione delle produzioni agricole per processi più efficaci di pianificazione e vanno snellite le pratiche doganali, come le dinamiche di accesso agli incentivi del Pnrr”.
“Parlare di sicurezza alimentare soprattutto al Sud – per il Presidente Cia – significa intensificare la lotta allo spreco alimentare e di pari passo invertire la tendenza del calo di consumi alimentari tra le famiglie meridionali sempre più marcato. La strada che indichiamo alle famiglie è quella dell’acquisto diretto nelle aziende agricole e attraverso i canali de “La Spesa in campagna” per risparmiare e per garantire la qualità dei prodotti. Cia – ha detto ancora Fini – è impegnata con la Croce Rossa Italiana in progetti specifici per venire incontro alle famiglie in stato di disagio e contestualmente con la Grande Distribuzione Organizzata per progetti antispreco che specie nei supermercati hanno una necessità stringente con una stima di 220mila tonnellate all’anno di cibo sprecato”.
Un calendario di focus-mobilitazioni a partire dalle rivendicazioni dell’istituzione di un fondo calamità destinato a sostenere misure attive per il contenimento dei rischi climatici; il piano abbattimento dei cinghiali; i distretti rurali e l’istituzione del nuovo distretto Basilicata Nord Occidentale.
E’ la conclusione dell’Assemblea regionale di Cia Basilicata, con lo slogan “Agricoltura al Centro. Innovazione e competitività” che si è svolta in una gremita sala conferenze del Museo Provinciale a Potenza e che segna l’avvio della nuova fase di iniziative del mondo agricolo lucano. Al tavolo insieme al presidente nazionale Cia Cristiano Fini, l’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali Alessandro Galella, Christian Giordano, presidente della Provincia di Potenza, Vittorio Restaino, AdG FEASR Basilicata 2023-2027, Giambattista Lorusso, presidente di Cia Potenza; Giuseppe Stasi, presidente di Cia Matera. L’assessore Galella ha sostenuto che con una nuova governance e una dotazione finanziaria di circa 453 milioni di euro il Complemento di sviluppo regionale 2023-2027 mira al “potenziamento della competitività del sistema in ottica sostenibile, al rafforzamento della resilienza e della vitalità dei territori rurali, alla promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro, al sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni”. In assemblea rappresentanti dei comparti viti-vinicolo, cerealicolo, olivicolo e zootecnia hanno presentato prime stime di danni e richiesto interventi urgenti. Sempre per fronteggiare le calamità naturali è stata sollecitata l’attivazione della legge 102/2004 per parziale esonero contributivo e proroghe creditizie e il Fondo Agricat (300 milioni) quale nuovo strumento in materia assicurativa, gestito da ISMEA. Le altre questioni sollevate riguardano i fondi sponda sul CSR 2023-27 oltre che per i programmi di filiere agro-alimentari del IV Bando nazionale a valere sul Pnrr; un programma da attivare anche nell’ambito del FSE destinato a sostenere attività formative e di acquisizione competenze da parte di titolari e dipendenti; l’istituzione di un fondo rotativo di credito finalizzato a sostenere gli investimenti; la realizzazione del marchio agro-alimentare “Qualità lucana”; interventi di manutenzione infastrutturali di dighe, traverse, condotte e la predisposizione del piano invasi minori; la manutenzione degli alvei fluviali utilizzando i contratti di fiume e prevedendo l’apporto delle prestazioni agro-meccaniche delle aziende agricole; la definitiva regolamentazione delle attività svolte dai CAA e la formalizzazione delle funzioni strategiche del “fascicolo aziendale”. Per il presidente nazionale Cia Cristiano Fini “l’agricoltura in una regione straordinaria come la Basilicata che ha grandi potenzialità non può diventare un problema ma al contrario un’opportunità in un momento storico come questo. Sia chiaro i problemi – dalla manodopera che è insufficiente alla fauna selvatica alla crescita esponenziale dei costi aziendali, sino al calo dei consumi alimentari, con l’aggiunta dei cambiamenti climatici e delle conseguenti continue calamità – ci sono tutti e vanno governati. Lo abbiamo detto al Ministro Lollobrigida che ci riconosce “qualità di proposte e interlocuzione sociale” : è ora di passare dal “dire” al “fare”. La strada dell’innovazione – ha aggiunto – è uno strumento come la transizione energetica un’opportunità strategica. La Cia ha messo in campo proposte in tutti i campi. Ci viene riconosciuto che siamo rimasti gli ultimi a tenere alta l’attenzione sulle aree rurali. Istituzioni nazionali e regionali e la politica diano però le risposte che gli agricoltori attendono”. Il direttore Cia Distefano indica le prossime azioni per “orientare la spesa del Csr sulla qualità progettuale, oltre le emergenze, sul consolidamento dell’imprenditoria agricola, lo sviluppo, le filiere di prodotti, i mercati. Abbiamo presentato un pacchetto di proposte all’assessore Galella appena si è insediato. Agli incontri deve seguire un cronoprogramma di azioni da mettere in campo”.