La Cia del Potentino-comprensorio Vulture-Alto Bradano sostiene l’iniziativa del sindaco di Lavello Sabino Altobello e dei sindaci di Palazzo San Gervasio (Michele Mastro),Montemilone (Antonio D’Amelio) volta a definire, di intesa con la Regione, provvedimenti urgenti per risarcire gli agricoltori duramente colpiti dalla tromba d’aria e dal violento nubifragio che il 14 luglio scorso si sono abbattuti sul Vulture-Melfese-Alto Bradano. Il territorio di Lavello – come ha segnalato il sindaco – è stato interessato in modo violento ed eccezionale dalla calamità naturale. Ingenti i danni alle colture agricole : Il Comune di Lavello ha avviato tutte le procedure con il Dipartimento agricoltura e sviluppo rurale della Regione Basilicata per richiedere la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Anche gli altri centri dell’Alto Bradano hanno registrato danni a produzioni agricole ed infrastrutture.
Si tratta di mettere insieme stato emergenza siccità e calamità naturale Alto Bradano per attivare Il fondo di solidarietà nazionale, approvato in commissione bilancio al Senato.
Noi riteniamo –sostiene la nota- che vada fatta, anche al di là delle norme codificate e previste per le calamità naturali, una riflessione più generale su come affrontare i frequenti eventi calamitosi. Riflessione che tocca la sfera degli agricoltori, ma anche quella delle istituzioni regionali e locali. Un sistema da ripensare per la Cia che non può essere affidato al solo piano assicurativo, per altro molto costoso, previsto per le colture a rischio e che non può essere realizzabile senza la partecipazione delle comunità locali e delle forze che sul territorio sono abituate ad operare.
Contro le calamità naturali – sostiene la Cia – non si può fare molto, di più sicuramente in campo di previsione, ma mitigare i danni specie alle aziende agricole e intervenire rapidamente sono obiettivi alla portata. Terremoti, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici e consumo di suolo sono fattori che minano la crescita dell’agricoltura e impediscono al Paese di ripartire. E’ pertanto necessario rimodulale gli equilibri con il territorio. Il consumo di suolo è un altro punto su cui bisogna lavorare duramente per difendere il territorio. Ci sono per la Cia lucana questioni urgenti da affrontare, specie mettendo ordine tra programmi di forestazione e delle Vie Blu, quali: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde. Si percorra la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali sui quali non si fa più manutenzione da 30/50 anni. Devono essere puliti gli alvei e dove necessario le sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena.
La novità principale – continua la Cia – è che finalmente stiamo passando dal principio teorico della cooperazione inter-istituzionale fra i tanti enti che si occupano di territorio e mondo agricolo a primi momenti di azioni comuni che coinvolgono principalmente gli agricoltori, “primi custodi” del territorio e poi ambientalisti, operatori del turismo, oltre naturalmente ai Comuni.
Quanto ai risarcimenti la dichiarazione dello stato di calamità per l’utilizzo delle provvidenze previste dalla legislazione nazionale è solo uno degli strumenti che si devono utilizzare rafforzando il sistema assicurativo che da noi è ancora poco utilizzato sicuramente per i costi che pesano sulle aziende già duramente tartassate da fisco, tassazione locale, spese previdenziali.