La crisi energetica e l’aumento dei costi di fornitura rappresentano un ostacolo significativo per lo sviluppo economico soprattutto dei piccoli comuni e delle aree interne. In questo contesto, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) emergono come una possibile soluzione strategica per la produzione di energia pulita, la riduzione della povertà energetica e l’autosufficienza energetica di vaste popolazioni e piccole imprese locali. Così Marisol Cestari, legale rappresentante della CER Moliterno “Energia del Sole”, dirigente del Gruppo Cestari, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero opera, con base operativa a Moliterno, nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia, impegnato a promuovere le Cer soprattutto al Sud. Di qui l’invito a cogliere le opportunità offerte dalle Comunità Energetiche Rinnovabili attraverso una roadmap per imprese, enti locali e stakeholder territoriali. Le Cer – aggiunge Marisol Cestari – sono una grande possibilità per la transizione energetica e per la decentralizzazione dell’energia, oltre ad essere un perfetto luogo di aggregazione per i piccoli comuni di montagna. Il contributo in conto capitale del Decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili è la migliore opportunità. L’incentivo è destinato a chi investe in impianti rinnovabili di potenza fino a 1 MW, inseriti in CER e siti in Comuni con meno di 5mila abitanti. Copre il 40% dei costi di realizzazione di tali sistemi entro limiti di spesa:
· 1.500 euro/kW, per impianti fino a 20 kW
· 1.200 euro/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW
· 1.100 euro/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW
· 1.050 euro/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW
La burocrazia attuale – aggiunge la dirigente del Gruppo Cestari – sta costringendo le piccole comunità ad associarsi con grandi realtà che possono sostenere, anche economicamente, la gestione dei soci e delle quote a discapito però la questione sociale e culturale delle comunità energetiche. Per “disincagliare” i tanti progetti Cer nati nei territori montani c’è bisogno prima di tutto di consulenza ed adeguata assistenza per tutto il complesso iter progettuale partendo dai requisiti per accedere al contributo in conto capitale:
· potenza nominale massima del singolo impianto, o dell’intervento di potenziamento, non superiore a 1 MW
· rispetto delle norme del decreto legislativo n. 199 del 2021
· le Comunità energetiche rinnovabili devono essere già regolarmente costituite alla data di entrata in esercizio degli impianti che accedono al beneficio, prevedendo, nel caso di imprese, che la loro partecipazione in qualità di soci o membri sia consentita esclusivamente per le PMI
· gli impianti di produzione e i punti di prelievo facenti parte delle configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile devono essere connessi alla rete di distribuzione tramite punti di connessione facenti parte dell’area sottesa alla medesima cabina primaria.
C’è tempo fino al 30 novembre 2025 – conclude Marisol Cestari con l’invito a rivolgersi agli uffici di Moliterno.