Una importante e continua fuoriuscita di olio dal COVA di Viggiano viene continuamente tamponata con due autospurgo che risucchiano l’olio che si sparge nel terreno e viene mandato via riempendo una colonna interminabile di autobotti che partono chissà per dove.
A quanto pare, l’ENI non sa con precisione da quale tubo fuoriesca il petrolio e, mentre lo si cerca affannosamente sui disegni di progetto e as-built o scavando il terreno alla cieca, esso continua a sgorgare inondando i terreni della nostra bella Val D’Agri di liquido nauseabondo. E’ una situazione che si protrae da venerdì 3 Febbraio scorso; è semplicemente da pazzi e da criminali perchè, se si agisse razionalmente e nel rispetto dell’ambiente, prima si fermerebbero gli impianti del COVA e poi si procederebbe alla ricerca del guasto con opportuni metodi di ricerca tecnologici. Purtroppo però l’ENI adotta le” Best World practice ” e quindi è meglio non fermare gli impianti di produzione , mentre si cerca la perdita.
Di tutta questa situazione è responsabile l’ENI ma soprattutto le autorità perchè, consapevoli di quello che accade, non intimano la fermata del COVA rendendosi corresponsabili del grave inquinamento.
Nel frattempo una gradita notizia per i cittadini della Val d’Agri: nel piano triennale dell’ARPAB, che presenterà e sarà discussa dal Consiglio Regionale, il progetto di un presidio permanente nell’area industriale di Viggiano. Una richiesta fortemente voluta dai sindaci della Val d’Agri preoccupati per le ripercussioni di salute e ambientale del centro oli Eni.