Non devono essere i polmoni degli abitanti della Val d’Agri ad adattarsi alle esigenze del Centro olio, ma il Centro olio ad adattarsi ai polmoni degli abitanti. Mentre l’epidemiologo del Cnr di Pisa, Fabrizio Bianchi, coordinatore dello staff che ha elaborato la Valutazione di impatto sanitario (Vis), a Viggiano e Grumento, rilancia l’allarme del nesso tra petrolio e salute, dall’Osservatorio popolare della Val d’Agri arriva la proposta di modifica alla delibera numero 1640 varata dalla giunta regionale il 30 novembre del 2012 che stabilisce una riduzione del 20% delle emissioni nocive. Ridurre i limiti degli inquinanti più noti (idrogeno solforato e anidride solforosa) del 50 per cento anziché del 20 per cento, ripristinare i limiti per gli idrocarburi non metanici, monitorare le emissioni odorigene, dotare la valle di una nuova zonizzazione, controllare in continuo i livelli di Black Carbon.
Questi i punti fondamentali della proposta di modifica presentata ieri sera nel centro sociale di Viggiano, durante un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, lo stesso Bianchi e il professor Gianluigi De Gennaro (via Skype), docente di chimica all’Unibas. Per migliorare la qualità dell’aria, l’Osservatorio popolare propone di introdurre una soglia di sicurezza da non superare anche per gli idrocarburi non metano. I limiti vengono fissati in 500 (preallarme), 700 (allarme) e 1000 microgrammi per metro cubo (emergenza) «analogamente – si legge nel testo della proposta – a quanto fatto dalla Regione Sicilia, nell’ambito di un piano di risanamento di un’area a rischio». E sulla scia di una delibera, approvata un anno fa, dai Comuni di Viggiano e Grumento. Tra le sette proposte di modifica su cui i cittadini dell’Osservatorio popolare puntano di più c’è quella di fissare limiti più stringenti per le emissioni maggiormente dannose per la salute. In particolare, per l’anidride solforosa (SO2) la proposta è di abbassare i valori sia orari che giornalieri del 50 per cento. Insomma, invece di respirare 350 microgrammi per metro cubo (media oraria), se la proposta di modifica passerà, se ne respireranno 175. Per l’idrogeno solforato (H2S) non basta una media giornaliera ma bisogna fissarne una a più a breve termine, vale a dire oraria, idonea a tutelare la salute della popolazione.
Inoltre c’è una proposta in cui si chiede l’obiettivo di un microgrammo per metro cubo, come media annuale, per i valori di benzene «visto che – si legge nel testo – è difficile trovare livelli di benzene come quelli registrati nella zona di indagine della Vis». L’idrogeno solforato non è l’unico composto in grado di provocare cattivi odori. Ce ne sono numerosi nell’aria come diretta conseguenza delle emissioni provenienti dal Cova. L’Osservatorio popolare propone di avviare un’attività monitoraggio delle emissioni odorigene attraverso un sistema di Pid (un algoritmo di controllo) abbinato ad Odorlab. Inoltre, si propone l’approvazione di una nuova zonizzazione, «dal momento che ci sono vaste aree della valle indenni dall’inquinamento» e indagini più approfondite sul black carbon.
FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO