Lavoro

Cresce il lavoro femminile, bene il Mezzogiorno. Lo dicono i dati Istat

I dati dicono questo (Istat, dati provvisori gennaio 2025): l’aumento dell’occupazione (+0,6%, pari a +145mila unità) riguarda gli uomini e le donne, i dipendenti e gli autonomi, tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni tra i quali il numero di occupati diminuisce. Il tasso di occupazione sale al 62,8% (+0,4 punti). Per avere una visione più sistematica bisogna guardare al secondo trimestre del 2024, limitiamoci al Mezzogiorno dove il tasso di occupazione è più marcato rispetto alle altre ripartizioni (+1,2 punti in un anno rispetto a +0,9 punti nel Centro e a +0,1 punti nel Nord), così come la diminuzione di quello di disoccupazione (-1,1 punti in confronto a -0,8 punti nel Nord e -0,5 punti nel Centro).
La crescita del tasso di occupazione è più forte per le donne rispetto agli uomini (+0,9 punti e +0,4 punti, rispettivamente) e si associa al calo del tasso di inattività per le prime e al suo aumento tra i secondi (-0,5 e +0,2 punti); è invece simile la diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,8 punti in entrambi i casi). Se guardiamo invece al periodo tra il 2019 e il 2023 l’occupazione femminile registra una crescita dell’1,6%, leggermente inferiore a quella degli uomini (+1,8%). Ma è nell’ultimo anno, che la dinamica femminile è risultata maggiormente positiva, segnando rispetto al 2022, un incremento del 2,4% a fronte dell’1,7% degli uomini. La crescita occupazionale ha riguardato principalmente le fasce d’età più adulte, in particolare le 55-64enni, che hanno registrato un incremento di 284mila occupate (+15,1%) tra il 2019 e il 2023. Ma anche tra le giovani si riscontrano dinamiche positive. Tra le 25-34enni, l’occupazione aumenta del 2,4% tra il 2019 e il 2023, mentre tra le under25 la crescita è del 6,6%.
Si registra invece una diminuzione importante dei livelli occupazionali nelle fasce d’età centrali. Tra le 35-44enni, l’occupazione cala del 7,9%, con un saldo di circa 200mila occupate in meno tra il 2019 e il 2023. Mentre tra le 45-54enni, il calo è più contenuto, ma indicativo (-1,1%). L’indagine statistica si ferma ai dati e non va oltre sulle cause della riduzione dell’occupazione in queste fasce d’età. È comunque oggettivo che è la fase della vita di una donna tendenzialmente legata alla nascita e alla crescita dei figli.
Nella classifica delle regioni (parliamo sempre del periodo tra il 2019 e il 2023) la Basilicata registra un dato positivo: +4,8. In assoluto la regione che va meglio è la Puglia (+8,4). Ultima in classica la Campania preceduta dalla Sardegna.
I dati, però, non sono per nulla soddisfacenti se li confrontiamo con quelli europei: a fine 2023 il tasso di occupazione femminile era attorno al 50% contro una media europea del 63%.

FONTE Eni-basilicata

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