Il termine “resilienza” in origine proveniva dalla metallurgia: indica, nella tecnologia metallurgica, la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate. Per un metallo la resilienza rappresenta il contrario della fragilità. Così anche in campo psicologico: la persona resiliente è l’opposto di una facilmente vulnerabile. Etimologicamente “resilienza” viene fatta derivare dal latino “resalio“, iterativo di “salio“. Qualcuno propone un collegamento suggestivo tra il significato originario di “resalio”, che connotava anche il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare, e l’attuale utilizzo in campo psicologico: entrambi i termini indicano l’atteggiamento di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà.
La resilienza psicologica è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino. Il verbo “persistere” indica l’idea di una motivazione che rimane salda. Di fatto l’individuo resiliente presenta una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a “leggere” gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza.
Significati simili li troviamo in altri campi come l’ingegneria: capacità di un materiale di assorbire energia di deformazione elastica; in informatica: capacità di un sistema di adattarsi alle condizioni d’uso e di resistere all’usura in modo da garantire la disponibilità dei servizi erogati; nell’arte: capacità dell’opera di conservare attraverso l’estetica la sua particolarità, nonostante la crescente soggettivazione.
Si è tenuto martedì scorso al centro sociale Alberti Marone di Viggiano un incontro promosso dall’Associazione Bene Comune Viggiano per spiegare cos’è la “Resilienza” associata al rischio che si corre in un territorio a forte impatto sismico se non si adoperano misure preventive volte ad evitare il più possibile la perdita di vite umane. Viggiano è entrata nella campagna UNISDR (agenzia dell’ONU che si occupa di resilienza) nel 2012 grazie al Gruppo Lucano di Protezione Civile che si è fatto promotore in Basilicata della campagna UNISDR “Rendere le città resilienti“. Nel marzo 2015, in occasione della terza conferenza mondiale dell’UNISDR in Giappone, Viggiano diventa il 47esimo Comune a livello mondiale ad ottenere dalla Nazioni Unite il riconoscimento di città modello di resilienza per “approccio innovativo di tipo bottom-up alla resilienza“.
Hanno partecipato all’incontro: Vittorio Prinzi Presidente Ass. Bene Comune Viggiano, Lucia Nicolia Vice-Presidente Ass. Bene Comune, Giuseppe Guarino Direttore Fondazione R. Mallet e Giuseppe Priore Presidente Gruppo Lucano Protezione Civile.
Le foto dell’incontro: