Petrolio in Val d'Agri e Valle del SauroPrimo Piano

Dal 10 marzo a fine maggio il Cova si ferma: preoccupazione dei sindacati

Con l’obiettivo di affrontare le tematiche relative ai lavori straordinari di manutenzione programmata al COVA Centro Oli Eni Viggiano, pianificate dal 10 marzo al 5 giugno si sono svolti diversi incontri, presso gli uffici del Distretto Meridionale Eni, tra la funzione HR U&G – D, OPME e la RSU del DIME. Ne danno notizia in una nota congiunta la Filtec-Cgil (segretario Francesco Iannelli), Femca-Cisl (segretario Francesco Carella), Uiltec-Uil ( segretario Giuseppe Martino).

L’Azienda ha fornito informazioni dettagliate riguardo le unità degli impianti coinvolti, i tempi e le modalità di esecuzione degli interventi. È stato evidenziato come questi lavori siano necessari al fine di adempiere agli obblighi definiti dalla normativa vigente, tra cui il Decreto Ministeriale n° 329/2004 e la direttiva europea 2014/68/UE, in particolare alle frequenze della riqualificazione periodica delle attrezzature a pressione. Dal confronto con le varie funzioni aziendali è stato definito che tutti i programmi di lavoro saranno pienamente conformi alle disposizioni contrattuali e alle normative vigenti, nel rispetto degli art. 22-27 del CCNL Energia & Petrolio e del Dlgs 66/2003, che regolamentano gli orari di lavoro festivo e straordinario, ponendo particolare attenzione al rispetto dei riposi giornalieri e settimanali e prevedendo un monitoraggio intermedio sull’avanzamento delle attività. La Rsu, in considerazione della particolare durata delle attività, metterà in atto tutte le azioni di monitoraggio possibili affinché ci sia la corretta e puntuale applicazione di quanto previsto dall’accordo. Tutte le attività di manutenzione sono state oggetto di confronto aperto ed approfondito ponendo particolare attenzione agli aspetti di sicurezza, nessun dettaglio è stato tralasciato, al fine di garantire il contemporaneo esercizio degli impianti non coinvolti dalle attività e minimizzando il rischio interferenziale. La sicurezza dei lavoratori è prioritaria, la Rsu e l’Azienda hanno,infatti, condiviso la necessità di rafforzare ulteriormente, durante tutto il periodo di manutenzione straordinaria, il presidio costante del gruppo SICME e del Safety Competence Center, incrementando le presenze in campo, con l’obiettivo di migliorare la supervisione in ogni fase delle attività nel rispetto delle procedure HSE, garantendo in questo modo un livello di attenzione massimo, in tutte le fasi dell’intervento, adeguato a garantire la tutela di tutti i lavoratori coinvolti. In virtù dell’impegno straordinario richiesto al personale, sia direttamente che indirettamente coinvolto, le Parti hanno concordato un riconoscimento economico, per il particolare impegno che verrà richiesto ai lavoratori, anche in funzione dell’estensione degli orari di lavoro, così come definito nel verbale di accordo. Inoltre, ad ulteriore garanzia del work-life balance, laddove lo scenario manutentivo lo consenta, le attività di manutenzione saranno programmate in modo da limitare l’impatto sulle festività. Infortuni Zero: Eni ha confermato l’assoluta priorità nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Le Parti hanno infatti concordato di riconoscere un’ulteriore premialità, qualora non si registrino infortuni durante il periodo dei lavori straordinari presso tutto il Centro Olio Val D’Agri.

 Filtec-Cgil (segretario Francesco Iannelli), Femca-Cisl (segretario Francesco Carella), Uiltec-Uil ( segretario Giuseppe Martino).

Nel 2029 scadrà la concessione Eni per l’estrazione di idrocarburi in Basilicata. Quattro anni sono dietro l’angolo e con i ritardi accumulati nella transizione energetica e nei progetti no oil previsti nel patto di sito il rischio è di arrivare impreparati e di innescare l’ennesima bomba sociale con centinaia di posti di lavoro persi, come sta accadendo nell’area industriale di Melfi per l’automotive”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, intervenendo sul dibattito a latere di quanto discusso al tavolo della trasparenza Eni e Regione Basilicata.
“La strada della transizione energetica – ricorda Esposito – è segnata e il nostro Paese è chiamato ad attuare politiche industriali che guardano a un nuovo modello di sviluppo sostenibile, basato sull’uguaglianza e sulla democrazia. La Basilicata ha già pagato il suo prezzo in termini ambientali e di contributo energetico al Paese con la produzione del fossile. Ma lo scenario sta cambiando. Il petrolio è una risorsa finita che nell’arco di una decina di anni non potrà più essere estratta. È necessario un impegno concreto e attuale delle istituzioni e delle multinazionali del petrolio affinché non venga garantita solo la riconversione delle industrie petrolifere ma anche la bonifica dei territori, in parte compromessi. Da un lato – aggiunge – c’è la questione occupazionale con circa tremila addetti del settore, tra diretti e indotto, che vanno formati in vista di una riconversione green. E dall’altro c’è la questione della tutela ambientale e di una restituzione alla comunità di terreni che non sono più adatti a una vocazione agricola. Si affronti anche questo aspetto, di cui non si hanno aggiornamenti, al tavolo istituito in Regione.
Emerge oggi più che mai – conclude – l’esigenza di imprimere al monitoraggio e alla verifica degli impegni assunti da Eni e Regione una evidente accelerazione e di procedere, nel contempo, alla realizzazione di un vero e proprio piano di reindustrializzazione dell’area della Val D’Agri che inizi a prefigurare chiaramente, già da oggi, una roadmap sulla quale impegnare ulteriormente Eni e Regione Basilicata oltre il 2029”.