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Diritti delle persone con disabilità, Bolognetti: Dalle ore 23.59 di oggi (venerdì 11 settembre) riprenderò lo sciopero sospeso il 14 agosto

Verrebbe da dire: dove eravamo rimasti? La ripresa dei lavori di Consiglio e Giunta non lascia ben sperare su una necessaria e rapida soluzione di una questione che ormai si trascina da 10 mesi. La Regione Basilicata, sia chiaro, continua a violare l’art. 30bis della legge 96/17 e con esso i diritti delle persone con disabilità gravi e complesse. La Regione Basilicata continua a cestinare gli articoli 2, 3 e 32 del dettato costituzionale e non solo per ciò che concerne la fornitura di ausili (vedi relazioni Arlab sul “diritto al lavoro dei disabili).

La seduta di Consiglio tenutasi l’8 settembre, al netto delle reazioni del Presidente Cicala, che alla sola vista di un cartello reagisce come il conte Dracula in presenza dell’aglio, ci ha mostrato un assessore Leone nei panni dello smemorato di Policoro impegnato in una spettacolare e patetica arrampicata sugli specchi.

Al silente Bardi, all’ineffabile Leone, al cronicamente assente coltivatore di cavoli Esposito e alla Assise regionale tutta gioverà rammentare alcuni passaggi convenientemente taciuti da Leone nel corso del suo intervento in Consiglio.

Dopo la diffida inoltrata dall’Associazione Coscioni alla Regione Basilicata in data 2 dicembre 2019, Assessore e Presidente a più riprese si erano impegnati a sanare la patente violazione in atto di una legge dello Stato.

Il 20 febbraio 2020 la Regione Basilicata ci aveva addirittura inviato una bozza di delibera recante per oggetto “Disposizioni in materia di dispositivi destinati alle disabilità più gravi e complesse”. La bozza era accompagnata da una lettera della segreteria particolare dell’Assessore Leone nella quale si preannunciava l’approvazione della delibera di lì a pochi giorni.

Nelle settimane e nei mesi successivi abbiamo ripetutamente chiarito all’Assessore, al DG Esposito e al Presidente Bardi che l’atto elaborato dal Dipartimento Politiche della Persona era giuridicamente perfetto e inattaccabile.

Ancora a luglio non abbiamo mancato di sottolineare a lor signori la clamorosa cantonata presa dall’Ufficio legale della Regione, invitando i nostri interlocutori a procedere.

Detto che il sopra citato parere in quanto tale non è affatto vincolante, gioverà sottolineare, per dirne una, che l’ufficio legale della Regione cita una sentenza assolutamente non pertinente (sigh!).

Non a caso, in data 22 luglio 2020, l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni, non mancava di sottolineare anche all’immaginifico e ineffabile Leone quanto segue:

Con la presente, in via preliminare, sul parere dell’avvocatura Regione Basilicata, che come specificato nel testo dello stesso non ha natura vincolante, occorre precisare che la sentenza 759/19 a cui si riferisce il parere esamina la situazione degli apparecchi acustici, le cui tipologie non sono incluse nell’elenco allegato all’art. 30 bis della legge 50, pertanto quanto disposto dalla sentenza può essere considerato per le protesi acustiche ma non per i dispositivi di cui all’art. 30 bis”.

La domanda a questo punto è una e una soltanto: Leone ci fa o ci è?

Perché la Regione Basilicata e la Giunta Bardi hanno deciso di perseverare nell’errore e negli orrori?

Confesso che con il trascorrere dei giorni e delle settimane sempre più monta il dubbio che qualcuno in questa brutta storia, fatta di speranze negate e diritti calpestati, stia difendendo non confessabili interessi.

A chi mi chiede se in questa vicenda ci siano anche responsabilità ministeriali non posso che rispondere affermativamente, ma nel contempo con forza ribadisco che le gravi responsabilità di Speranza e del Ministero non esimono la Regione Basilicata dall’assumere provvedimenti che onorino la legge e la Costituzione.

Al Ministro Speranza, per ciò che concerne la sua quota parte di responsabilità, non a caso abbiamo chiesto di nuovo e ancora in data 10 agosto 2020 “un atto urgente sul nomenclatore tariffario ausili e protesi […] che preveda idonee procedure per l’acquisizione e erogazione di determinati ausili destinati ad assistiti con disabilità grave e complessa”.

Alla Procura della Repubblica di Potenza e in particolare al procuratore Curcio, al quale ho indirizzato due esposti, chiedo di aprire un fascicolo che potrebbe convenientemente intitolare “capre e cavoli”, traendo ispirazione dalle parole pronunciate dal dr. Esposito a luglio scorso: “stiamo cercando di salvaguardare capre e cavoli”.

Dopo dieci mesi trascorsi a convincere i nostri interlocutori, verrebbe da chiedersi cosa c’entrino le barche, le liste, le capre e i cavoli con il rispetto di diritti che sono diritti umani, del diritto alla salute.

Alla luce di quanto emerso nella seduta di Consiglio regionale svoltasi l’8 settembre, ritengo di dover tornare a nutrire la mia azione nonviolenta in difesa dei diritti delle persone con disabilità anche attraverso lo sciopero della fame. Sciopero che riprenderò ad oltranza a partire dalle ore 23.59 di oggi (venerdì 11 settembre).

Non intendo mollare, non voglio mollare e non intendo rassegnarmi e accettare lo status quo.

La mia, la nostra è fame di diritti umani, giustizia sociale e verità.

Ai nostri interlocutori, a Speranza, a Bardi, a Leone e ad Esposito possiamo solo dire di nuovo e ancora: onorate la legge, onorate la Costituzione, onorate le istituzioni che rappresentate; interrompete la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione; rispettate la vostra propria legalità; smettetela di comportarvi da ladri di speranze, diritti e Costituzione.

Verrebbe da dire: dove eravamo rimasti?

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