Il linguaggio è una delle funzioni neuropsicologiche più elevate della specie umana. Attualmente, lo studio dello sviluppo infantile è fondato principalmente sullo studio del linguaggio, ciò dipende dal fatto che le capacità linguistiche del bambino si sviluppano molto rapidamente. Nella maggior parte dei casi i bambini pronunziano le prime parole intorno ai 12 – 18 mesi, ma già verso i quattro anni tutti riescono ad esprimersi con frasi ben strutturate formando pensieri molto complessi.
Le statistiche degli ultimi anni evidenziano l’aumento del numero dei bambini con difficoltà nell’apprendimento della scrittura e della lettura. Volendo considerare il numero di bambini che affrontano gli studi d’obbligo, si può facilmente risalire a quante centinaie di bambini accedono agli studi superiori senza avere appreso un adeguato linguaggio scritto e orale, infatti, non è difficile trovare in scuole superiori ragazzi che presentano notevoli errori di ortografia e scarsa scorrevolezza nella lettura.
La dislessia, quindi, essendo una di quelle sindromi morbose molto diffusa negli attuali sistemi sociali, è stata definita la malattia del secolo. In sintesi la dislessia è un disordine che si manifesta con difficoltà di apprendimento nonostante vi sia stata un’esatta scolarizzazione, un livello intellettivo adeguato e condizioni socio-culturali medie. Tale definizione è però relativa in quei soggetti con quoziente intellettivo inferiore alla norma proveniente da ambienti socio-culturali sfavorevoli, in cui è ammissibile che non sappiano leggere. Secondo Zigfied invece, vengono definiti dislessici quei soggetti per i quali l’apprendimento della lettura presenta una particolare difficoltà, non avendo essi ricevuti l’insegnante adeguato per superarlo. La dislessia, causa le seguenti anomalie del comportamento, tra le quali troviamo: instabilità, atteggiamenti passivi o aggressivi ecc.
Giulia Giarletta