Lavoro

Cosa si intende per DSA? La Basilicata prima regione ad aver anticipato la legge nazionale

di Michela Castelluccio

Cosa vuol dire DSA? Sempre più di frequente si parla dei disturbi specifici dell’apprendimento, ossia disturbi del neurosviluppo, determinanti nei processi di abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Nonostante ci sia un forte pregiudizio, questi non dipendono dall’impegno dei ragazzi: nei fatti, si tratta di un aspetto molto importante della vita scolastica di uno studente, in quanto potenziale ostacolo dell’apprendimento.

Come si manifestano tali disturbi? Sicuramente in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, perché interessano soggetti aventi capacità cognitive adeguate. In questo senso,  per i genitori è importante superare l’idea che il modo di pensare del proprio figlio sia difettoso. In base alla legge 170 dell’8 ottobre 2010, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (difficoltà di lettura), disgrafia e disortografia (fatica nella scrittura), discalculia (disturbo nel calcolo matematico). Gli studenti con DSA, nelle scuole italiane, raggiungono il 4% dell’intera popolazione scolastica, un totale, cioè, di circa 276.000. Tra gli stessi, preponderante è la dislessia: il 64% degli studenti rilevati presentano dislessia, il 33% disortografia, il 31% discalculia e il 29% disgrafia. Soltanto a partire dalla 3° classe della Scuola Primaria, avviene la diagnosi per il rilascio della certificazione e, sempre in base alla normativa vigente, i soggetti non rientrano nella casistica della legge 104/1992 sulle persone disabili e neppure necessitano di docenti di sostegno, quanto invece è importante l’adozione di strumenti compensativi, nel senso di mezzi di apprendimento alternativi, digitali e non, insieme a misure dispensative. Tra gli strumenti compensativi, ad esempio, nella maggior parte dei casi, gli studenti con DSA hanno bisogno degli occhiali, alla stessa stregua dei miopi. Per certi versi, e in base alle recenti teorizzazioni degli esperti, DSA più che un acronimo sarebbe opportuno considerarlo un modo di essere, una specificità e non un deficit. Dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, attraverso metodi e strategie di autoapprendimento possono diventare dei veri e propri punti di forza, in quanto ogni diversità è davvero una risorsa. In questi ultimi anni, dov’è stato evidente l’aumento dei disturbi specifici dell’apprendimento, pochi sanno che la Basilicata può considerarsi pioniera nell’aver emanato una legge regionale in materia di DSA (la n.20 del 12 novembre 2007 “Interventi in favore dei soggetti affetti da dislessia e da altre difficoltà specifiche di apprendimento”) e consultabile al sito http://dislessia.sanita.basilicata.it/Normativa/LEGGE%20REGIONALE%20N20.pdf. Un passo di fondamentale importanza che la Basilicata può vantare, avviato in tempi in cui il legislatore nazionale non si era ancora pronunciato. La regolamentazione statale risale, infatti al 2010 ed è stata aggiornata nella Conferenza Stato-Regioni del 2012. Al link seguente http://dislessia.sanita.basilicata.it/Normativa%20nazionale.html è possibile visionare il contenuto per intero della legge nazionale, insieme alle indicazioni per la diagnosi e la certificazione di tali disturbi.

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