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E’ lucano il barbiere più vecchio al mondo. Inserito nel Guinness dei Primati!

107 anni sono l’età anagrafica che collega la Nonna di Basilicata morta purtroppo ieri e il più vecchio barbiere al mondo.

Fa barba e capelli ogni giorno, da quando aveva poco più di undici anni. E adesso ha tagliato il traguardo dei 107: è il più vecchio barbiere al mondo. Lo testimonia anche il Guinness dei primati. Ed è lucano. Anthony, Antonio Mancinelli è nato a Montemilone, in provincia di Potenza nel 1911 (“Montemilone is a small town”, dice a Maria Luisa Rossi Hawkins, giornalista inviata negli Usa di Tgcom24 che è andata a intervistarlo nella sua bottega). “Sono nato vicino Napoli” ha ripetuto da sempre a chi chiedeva le sue origini, pensando che avrebbero capito meglio da dove arrivasse.

Aveva otto anni quando, con la famiglia – i genitori e sette fratelli – emigrò a New York. A Newburgh, per la precisione, dove già abitava un loro parente. Tre anni dopo era al lavoro in una bottega di barbiere. A dodici anni fece il suo primo taglio. Da allora non ha più smesso. A 96 anni è entrato nel Guinness dei primati come il barbiere più longevo e da allora lavora ogni giorno, in una bottega all’interno di un piccolo centro commerciale a New Windsor, a un’ora di macchina da New York.

Al Fantastic Cut, questo il nome della bottega,  Anthony lavora da mezzogiorno alle 20. Ogni giorno. Da alcuni anni Anthony viene festeggiato, a ogni suo anniversario, dai suoi parenti, dagli amici, da numerose associazioni e soprattutto dai media. Adesso che ha superato il traguardo dei 107 anni (da cinque mesi) si è occupato di lui anche il New York Times.

”Quando i clienti scoprono la sua età, si meravigliano” ha raccontato la proprietaria della bottega, Jane Dinezza a Corey Kilgannon, giornalista del New York Times. Che prosegue: “Non è mai stato malato, lavora sempre in piedi ed è capace di fare più tagli di capelli rispetto a un ventenne”.

Anthony vive solo. La moglie Carmela è scomparsa quattordici anni fa, quando aveva 70 anni. E lui va ogni giorno a far visita al cimitero dov’è sepolta. A chi gli chiede il segreto della sua longevità, è pronto a dire che non fa esercizio fisico, non porta occhiali ed ha la mano ferma mentre taglia i capelli ai suoi clienti. Non fuma, beve pochissimo e mangia spaghetti sottili. “Forse è per questo che non ingrasso”, ha raccontato al giornalista americano del New York Times. Guida l’auto e cura, da solo, il suo giardino. “Si taglia perfino i capelli da solo”, ha rivelato al New York Times Bob, il figlio di 81 anni. Fa la spesa e cucina (“Mi faccio anche le lasagne”). Ed è sempre stato a passo coi tempi: a mano a mano che le acconciature richieste dai clienti sono cambiate, seguendo le mode, lui ha affrontato le novità. “Ha clienti che vengono a farsi tagliare i capelli da lui da oltre 50 anni”, racconta ancora il figlio Bob.

Sa fare i tagli più moderni, usa gli strumenti più tecnologici, ma nel cassetto della sua postazione conserva ancora una macchinetta manuale. Non si sa mai, magari all’improvviso si interrompe l’energia elettrica, proprio mentre sta lavorando…

A chi gli chiede qual è il segreto di tutto questo, lui alza l’indice della mano al cielo e risponde: “Uno solo, il Signore, lassù…”

FONTE storieoggi.it

Lo stesso Presidente Mattarella ha ricordato  i migranti italiani.

“Sono tanti. In circa cento anni, tra il 1876 e il 1975, sono emigrati dall’Italia quasi 26 milioni di italiani. Si tratta davvero di una nazione fuori dalla nazione. Parliamo dei figli lontani, ai quali dalla madre Patria si guarda con ammirazione e con affetto particolari”.

“Per chi vive in Italia è sempre motivo di orgoglio sapere che le comunità di origine italiana si sono guadagnate, nel tempo, rispetto, stima, considerazione e simpatia per l’impegno dimostrato nel Paese che li ospita, in tanti campi”, aggiunge il capo dello Stato. “Questi successi, naturalmente, non possono far smarrire il ricordo di storie di sofferenza e di privazioni, affrontate con determinazione e con coraggio dai tanti migranti che partirono verso un destino ignoto per porre le basi di una condizione di vita nuova e solida, che non gli era possibile in Patria”.

“L’emigrazione italiana ha spesso dimostrato di saper dare un’impronta determinante nei Paesi di approdo, in termini di idee, di energia, di creatività: dalla politica, all’economia, dalla cultura, all’arte. E le comunità italiane – conclude Mattarella – vanno particolarmente ringraziate per la cura con cui si occupano anche di tenere vive, in ogni parte del mondo, la cultura e la lingua italiana”.

FONTE repubblica.it

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